Cashback, la Bce scrive al governo: «Prima di partire dovevate consultarci». Il Mef: «Nessun ripensamento»
La firma è quella di Yves Mersch, vicepresidente del consiglio di sorveglianza della Bce. Il destinatario è il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. L’oggetto del documento è invece il piano Cashback avviato dal governo lo scorso 7 dicembre. Secondo la Bce, questa operazione sarebbe uno strumento non adatto alla lotta all’evasione, anzi sarebbe addirittura «sproporzionato alla luce del potenziale effetto negativo che tale meccanismo potrebbe avere sul sistema di pagamento in contanti, in quanto compromette l’obiettivo di un approccio neutrale nei confronti dei vari mezzi di pagamento disponibili».
Per la Bce, il Cashback favorirebbe quindi un tipo di pagamento a discapito di un altro e questa sarebbe una forma di discriminazione nei confronti di chi non ha una carta o non è in grado di usarla: «La possibilità di pagare in contanti rimane particolarmente importante per taluni gruppi sociali che, per varie legittime ragioni, preferiscono utilizzare il contante piuttosto che altri strumenti di pagamento». Oltre alla critica di merito sull’opportunità del progetto, nella lettera è contenuta anche una critica al modo in cui è stata gestita la comunicazione alla Bce: «Le autorità nazionali sono tenute a consultare la Bce su progetti di disposizioni legislative che rientrino nelle sue competenze, comprese, in particolare, quelle relative a mezzi di pagamento».
La risposta del Mef: «Nessuna preoccupazione e nessun ripensamento»
Per rispondere alla lettera il Mef ha pubblicato una nota ufficiale in cui si spiega che le posizioni espresse da Mersch non sono vincolanti: «I rilievi formali espressi da Mersh non appaiono peraltro fondati, in quanto come è noto il cashback italiano non limita minimamente l’utilizzo del contante né penalizza chi lo usa, ma tende unicamente a incentivare gli strumenti di pagamento elettronici». Non solo, l’agenzia stampa Ansa riporta anche il parere di alcune fonti vicine al ministero: «La lettera non desta né preoccupazione né ripensamenti rispetto all’iniziativa del governo italiano».
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