Coronavirus, i numeri in chiaro. Pregliasco: «Stiamo mettendo a rischio la riapertura delle scuole»
Ancora oltre 674 decessi, mentre i contagi solo quasi 18 mila. I numeri dell’epidemia di Coronavirus in Italia sono ancora alti, nonostante i pazienti ricoverati con sintomi negli ospedali continuino a diminuire. Al momento sono 25.769. I ricoverati in terapia intensiva sono 2.819, ovvero 189 in più rispetto a ieri. Una situazione stabile, quindi. Una situazione che però sta andando incontro a due settimane che sono considerate ad altissimo rischio per un aumento dei nuovi contagi, come conferma il virologo Fabrizio Pregliasco.
Professor Pregliasco, ancora una
volta i dati diffusi dal bollettino di oggi descrivono una situazione
che si mantiene stabile.
«Anche oggi si conferma questo andamento lineare. Questo plateau da una parte evidenzia aspetti positivi del nostro lavoro: siamo riusciti a mantenere un controllo dell’epidemia. Dall’altra, però, ci ricorda di tutto quello che ancora dobbiamo fare: il numero di nuovi casi è ancora sopra la soglia che immaginavamo e l’Rt rimane invariato o addirittura tende a peggiorare».
Fra
pochi giorni cominceranno le feste di Natale e Capodanno. La paura
per la risalita dei contagi che potrebbe partire da questi
appuntamenti è giustificata?
«Prima che arrivasse il Coronavirus, mi sono sempre occupato di influenza. I baci e gli abbracci che si scambiano in queste occasioni corrono il rischio di far aumentare i contagi. Il dato sulle terapie intensive e quello sui ricoveri si sta riducendo ma questi segnali positivi possono essere annullati dai contatti che avremo durante le feste. Per ora siamo riusciti solo ad appiattire la curva. Non dobbiamo buttare via il lavoro fatto fino a questo momento».
Dopo le due settimane di feste è in programma anche la riapertura delle scuole. Ricominciare con la didattica in presenza dopo un periodo in cui i contagi potrebbero aumentare non rischia di innescare una bomba epidemiologica?
«Certo. La situazione rischia di peggiorare a ridosso dell’apertura delle scuole. Questo però non è il solo problema. Se in queste due settimane aumentassero davvero i contagi, anche la campagna vaccinale potrebbe diventare più problematica».
Torniamo
all’influenza stagione, di solito durante il periodo natalizio di
quanto aumentano i contagi?
«Lo
scenario più classico è che con il Natale inizi anche la stagione
influenzale, proprio per le dinamiche che abbiamo già chiarito.
Negli ultimi anni questo periodo ha catalizzato l’inizio delle
malattie stagionali. Speriamo che quest’anno tutte le precauzioni che
stiamo prendendo per il Covid riducano anche il numero di casi di
influenza stagionale».
Le
nuove misure del governo potranno scongiurare questo scenario?
«Il
principio che viene ripetuto da tutti i decreti del governo è sempre
lo stesso: evitare i contatti interpersonali. Continuo a leggere
storie di persone che formalmente rispettano le indicazioni ma di
fatto fanno tutto il contrario, come chi affitta una camera di
albergo solo per poter fare il cenone di Capodanno o il pranzo di
Natale. Non è questo lo spirito con cui affrontare i prossimi
giorni».
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