Il giorno dopo il faccia a faccia, Renzi torna alle minacce: «Tocca a Conte: se non si cambia, togliamo il disturbo»
Il faccia a faccia di ieri tra la delegazione di Italia Viva e il premier Giuseppe Conte non ha cambiato un millimetro la posizione di Matteo Renzi, ancora fermamente intenzionato a staccare la spina al governo se non ci sarà una «svolta sui contenuti» alla fine di questa verifica. In un’intervista al Corriere della Sera, l’ex premier conferma come ora «la palla è totalmente nelle mani del presidente del Consiglio Conte». Ma anche in quelle della maggioranza che lo sostiene: «Se capisce che questo è il momento del rilancio politico, bene. Se si pensa di continuare come si è fatto negli ultimi mesi, Italia Viva saluta tutti e toglie il disturbo».
Renzi respinge poi le ricostruzioni degli ultimi giorni sulle intenzioni del Quirinale, secondo cui per il presidente Sergio Mattarella dopo la caduta dell’attuale governo c’è solo il voto: «Il Colle è il Quirinale, non i quirinalisti. E al Quirinale siede un presidente che conosce la Costituzione meglio di chiunque altro. Lui sa cosa si fa in caso di crisi e qual è il suo compito in tale situazione. Suggerisco di non tirarlo per la giacchetta. Il nostro compito, tuttavia, è quello di provare a evitare la crisi». Del rimpasto il leader di Italia Viva non vuol neanche sentir parlare, bollando le accuse, piovute soprattutto dal M5s e da Alessandro Di Battista, come una storia insopportabile: «Se noi diciamo che vogliamo discutere di contenuti, è inaccettabile che una velina istituzionale ribadisca a tutti che il problema di Italia Viva è che vogliamo più poltrone».
E nella battaglia per raddrizzare la linea del governo, Renzi è convinto di non essere solo: «Se ancora conosco i gruppi parlamentari Pd, le dico che essi condividono la lettera che abbiamo inviato a Conte al 99%. Adesso tocca al gruppo dirigente del Nazareno decidere se fare sul serio o no». Anche perché dal fronte grillino non ci sarebbe nulla da temere: «Hanno una tale paura di andare a casa che non possono pensare di dettare le carte. Se vogliono stare al governo, devono capire di non avere la maggioranza assoluta. Se invece pensano di fare da soli, bene, faranno senza di noi».
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