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Piano pandemico, ecco le mail di Zambon all’Oms: «Ritirare il report sull’Italia avrà conseguenze catastrofiche»

19 Dicembre 2020 - 15:28 Redazione
Associated Press svela nuovi dettagli sulle comunicazioni tra il ricercatore, Ranieri Guerra e il capo dell’organizzazione in Europa, Hans Kluge

Francesco Zambon, uno degli autori del rapporto critico sulla risposta italiana alla pandemia di Coronavirus pubblicato il 13 maggio dall’Oms ma rimosso il giorno dopo, avvertì i vertici dell’Organizzazione mondiale della Sanità che molte persone sarebbero morte se il documento fosse stato ritirato. A riportarlo è l’agenzia Associated Press, che ha visionato le email di Zambon al capo dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, e che aggiunge ulteriori dettagli sulle comunicazioni tra i soggetti chiave della vicenda, dopo quelli già emersi da un articolo del Guardian dell’11 dicembre scorso.

Zambon parlò di «uno scandalo di proporzioni enormi»

Zambon mise in guardia dal rischio di uno «scandalo di proporzioni enormi, in un momento delicato per l’agenzia Onu con l’imminente inchiesta sul Covid-19». L’Oms, secondo i documenti interni visti dall’Ap, aveva approvato la pubblicazione del testo, salvo poi ritirare il report a causa di «inesattezze fattuali». L’Oms ha negato di aver subito pressioni dal governo italiano affinché fosse rimosso. Nel testo si sosteneva che il ministero della Salute non aveva aggiornato il piano pandemico italiano dal 2006 e che nel 2017 era stato riconfermato senza sostanziali cambiamenti.

Secondo Ap, in una email del 13 maggio il direttore vicario dell’Oms Ranieri Guerra scrisse a Zambon che l’Italia aveva appena fatto una donazione volontaria di 10 milioni di euro all’agenzia Onu e che stavano per iniziare i negoziati per ili finanziamento dell’ufficio dell’Oms di Venezia. «Ci sono già segnali di agitazione nelle istituzioni italiane e di un risentimento non necessario contro l’Oms», scrisse Guerra a Zambon il 14 maggio. Il giorno dopo, anche il capo dell’Oms Europa, Hans Kluge, scrisse al ricercatore, spiegando che il ministro della Salute Roberto Speranza era stato «molto contrariato» dal rapporto: il governo italiano, disse, si sente «costantemente attaccato dalla stampa e ogni parola può essere interpretata male. Si sono sentiti calpestati da un amico».

Kluge: «Abbiamo bisogno che il ministero sia felice»

Kluge aggiunse che avrebbe proposto a Speranza di includere funzionari italiani nella revisione del rapporto: «Abbiamo bisogno di un ministero della Salute felice e di dare il via libera per Venezia», disse riferendosi al finanziamento per l’ufficio nella città lagunare. Intanto Zambon aveva avvertito Ghebreyesus e Kluge che si sarebbero messe a rischio molte vite in tutto il mondo negando le «lezioni imparate» dall’Italia.

«Una grande squadra di esperti ha lavorato giorno e notte con un obiettivo: assicurare che quanto avvenuto in Italia non si ripetesse in quei Paesi temporalmente indietro nella curva epidemica», scrisse Zambon a Kluge il 27 maggio. «Il rapporto contiene messaggi importanti, estrapolati dai fatti su cosa ha funzionato (molte cose) e sui punti ciechi del sistema». Il giorno dopo, in un messaggio a Ghebreyesus, Zambon avvertì del «rischio di un danno catastrofico in termini di indipendenza e trasparenza se una versione ‘censurata’ della pubblicazione venisse modificata».

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