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Coronavirus. Le false prove usate per sostenere la «morte» dell’infermiera svenuta dopo il vaccino Pfizer

20 Dicembre 2020 - 13:52 David Puente
Mentre l’ospedale risponde agli utenti, smentendo la presunta morte, sui social vengono fornite prove del tutto false

[Aggiornamento: in fondo all’articolo la risposta dell’ospedale dove lavora Tiffany e le foto con la sua famiglia in vacanza]
Il caso dell’infermiera svenuta poco dopo l’iniezione del vaccino Pfizer nel Tennessee, Tiffany Pontes Dover, viene arricchito da un meme in cui vengono riportate diverse immagini e un testo per sostenere che sia morta. Non solo, molti utenti si affidano a un sito per sostenere che il suo nome sia presente in un database dei deceduti negli Stati Uniti.

L’infermiera del CHI Memorial Hospital di Chattanooga, nel Tennessee, era svenuta a causa di una condizione di cui lei stessa era a conoscenza, ossia la sincope, come spiegato agli stessi giornalisti presenti in sala poco dopo il mancamento. Le prove di un decesso fornite dagli utenti non risultano corrette, Tiffany e i familiari sono in «silenzio social» mentre l’ospedale informa ufficialmente – in diverse occasioni e sedi – che è viva.

Per chi ha fretta

  • L’infermiera Tiffany Pontes Dover soffre di sincope ed era svenuta per quel motivo e non per i componenti del vaccini Pfizer.
  • L’ospedale dove lavora ha informato, sia via Twitter che via Facebook agli utenti a seguito delle dicerie, che Tiffany è viva e chiede rispetto per la sua privacy e quella della sua famiglia.
  • Gli utenti sostengono sia morta grazie a un sito che però non certifica affatto la sua morte.
  • Alcuni meme diffondono post Facebook e chat Messenger per sostenere che sia morta, ma risalgono a giorni prima dell’iniezione e in merito a un’infermiera deceduta per Covid19.

Analisi

Veniamo al testo del meme:

La ragazza è morta poche ore dopo il vaccino. I parenti non rilasciano informazioni, stanno ricevendo minacce. I siti antibufala si stanno affrettando a smentire. Intanto però, sul suo account instagram, su cui non posta da sei giorni, iniziano a chiederle se stia bene, e nessuno risponde.

Nell’immagine vengono riportati alcuni screenshot che però non hanno nulla a che vedere con Tiffany Dover. Partiamo dal seguente dove notiamo una chat di Messenger:

Me too. My mom doesn’t want her name released to the public. They’re going to do an autopsy and release her body to us within 48 hours. She wanted to be cremated so we’re doing a small family ceremony, I’ll keep you updated but it seems my family doesn’t want the publicity or her name remembered like that.

Lo stesso messaggio è presente in un post Facebook (rimosso) di Mackenzie Sullivan (sotto evidenziato in rosso), riportato dai colleghi LeadStories, dove però si parla di un’altra infermiera (deceduta per Covid19) e non di Tiffany Dover. Come possiamo saperlo? Perché il post Facebook è del 15 dicembre, mentre l’infermiera del Tennessee ha ricevuto il vaccino due giorni dopo.

Grazie al salvataggio del post su WebArchive possiamo notare che risale al 15 dicembre.

Tornando al meme diffuso in Italia, anche l’immagine con il post di Catrina Yarberry troviamo un testo diffuso prima della vaccinazione di Tiffany Dover. Lo stesso testo viene riportato sempre dai colleghi di LeadStories nell’articolo del 16 dicembre 2020:

Here’s the update you’ve all been waiting for. Screenshot if you’d like to share. Not much info, and probably not what you were wanting to hear.

She will let us know the autopsy results but I’m sure they’ll say it wasn’t vaccine related in the end.

The questions I can answer are: Age: 42, Caucasian female. Time of death approximately 8 to 10 hours after vaccine.

She thanks all of you for your condolences.

A causa della diffusione di meme e post sulla presunta morte dell’infermiera Tiffany Dover, l’account Twitter ufficiale del CHI Memorial Hospital di Chattanooga pubblica il seguente tweet il 19 dicembre 2020 in cui si riporta che sta bene. Non solo, riportano la sua richiesta di rispettare la sua privacy e della sua famiglia (diversi utenti stanno commentando nei loro account social chiedendo di lei).

UPDATE: Nurse Tiffany Dover appreciates the concern shown for her. She is home and doing well. She asks for privacy for her and her family.

Anche nella pagina Facebook troviamo diverse risposte agli utenti che chiedono notizie riguardo allo stato dell’infermiera: «The nurse is at home and doing well. She has asked for privacy».

Il meme precedentemente riportato non è l’unico messaggio social in cui si sostiene che Tiffany Dover sia morta. Altri riportano le informazioni di un sito internet chiamato Searchquarry.com con il quale si sostiene ci sia il nome dell’infermiera all’interno di un presunto «elenco dei decessi».

Ecco un post Facebook in italiano:

II – sito dei decessi della città (Higdon, Alabama) è disponibile per tutti e possiamo osservare “Tiffany Pontes.

Impossibile sia un’altra persona con suo nome perché appaiano anche il seguenti nomi: Dustin Dover (marito), Debbie Dover, Benjamin Pontes eppure Ashley Shirley. Potete controllare tramite il link:

https://www.searchquarry.com/namesearch/results…

Nel link riportato dal post Facebook in lingua italiana risulta un fatto curioso: contrariamente alla ricerca effettuata dagli altri utenti online su «Tiffany Dover» l’utente italiano ha impostato la ricerca su «Tiffany Pontes + Alabama». Sta di fatto, a seguito di verifiche, che i risultati ottenuti dal motore di ricerca del sito riguardano lo stesso profilo.

Tiffany riporta nel suo account Facebook di vivere a Higdon, nello Stato dell’Alabama, e sarebbe sposata con Dustin Dover. Nella ricerca «Tiffany Pontes» effettuata su SearchQuarry.com vengono riportate la località Higdon e il «parente» Dustin Dover, anche l’età coincide con quella dell’infermiera.

Rosario Marcianò, noto complottista italiano e guru delle fantomatiche scie chimiche, interviene in un post pubblicando uno screenshot del sito SearchQuarry.com (tradotto in automatico in italiano tramite Google) sostenendo che sia sparito il certificato di morte: «Ho pagato 5 dollari per accedere al certificato di morte, ma è sparito».

Alcuni utenti, infatti, sostengono che il certificato sia realmente esistito visto che cliccando sul bottone «GET THIS ONE» visualizzano un messaggio come quello riportato nello screenshot qui sotto: «Your Death Records Report for Tiffany Dover is Ready».

Lo screenshot è parziale, manca la parte relativa al pagamento per ottenerlo:

C’è un problema, la ricerca effettuata su SearchQuarry.com non conferma affatto un decesso. Quella linkata e riportata nei vari screenshot è la ricerca generica per nome e cognome, mentre la ricerca specifica sui decessi è in un’altra area del sito accessibile a pagamento:

Ecco il risultato ottenuto pagando un abbonamento di circa 5 dollari per una prova di 7 giorni a SearchQuarry.com: nessuna Tiffany Pontes risulta deceduta secondo il database del sito.

Per scrupolo ho provato a cercare anche per «Tiffany Dover» ottenendo lo stesso risultato: nessuna Tiffany Dover risulta nel database dei deceduti presente nel sito SearchQuarry.com.

Ecco quanto riportato nel report a pagamento riguardo a Tiffany Pontes, donna di 30 anni, alla voce Death Records: «No Death Records were found on Tiffany Pontes».

Il sito Searchquarry.com attinge a database pubblici, come spiegato nel disclaimer in fondo ad ogni pagina:

The information found in SearchQuarry.com search results comes from public sources, and is not originated or created by SearchQuarry.com. We cannot guarantee that the information you receive through SearchQuarry.com searches is accurate or up to date. Your use of SearchQuarry.com is conditioned on your review and acceptance of our Terms of Service and Privacy Policy.

Searchquarry.com is not a “consumer reporting agency” under the Fair Credit Reporting Act (“FCRA”), and does not provide “consumer reports” under the FCRA. Searchquarry.com expressly prohibits the use of information you obtain from search results (a) to discriminate against any consumer; (b) for the purpose of considering a consumer’s eligibility for personal credit or insurance, employment, housing, or a government license or benefit; or (c) otherwise to affect a consumer’s economic or financial status or standing.

Quali database pubblici? Nella ricerca effettuata senza abbonamento, e di conseguenza riscontrabile da qualunque utente, viene riportato il nome di un database sul quale il sito dichiara di aver effettuato una ricerca: «Data Source: De Kalb County Public Records Database».

Questa informazione viene a mancare se si accede con il servizio a pagamento, come possiamo vedere dal seguente screenshot:

Insomma, il sito nella versione gratuita fornisce solo un’indicazione sulle fonti consultate senza però confermare le informazioni della persona cercata, tutte rigorosamente visibili solo a pagamento, come: storico degli indirizzi di casa, numeri di telefono, email, eventuali arresti da parte delle forze dell’ordine, fedina penale, dichiarazioni di fallimento, possesso di beni quali abitazioni o automobili e altro ancora. C’è anche un’area dedicata ai profili social, ma non viene riscontrato il profilo Facebook – che di fatto siamo certi che esista con il nome «Tiffany Pontes Dover» (@tiffany.dover.520) – mentre per Twitter vengono proposti diversi account omonimi:

Giusto per ribadirlo ancora una volta, nelle FAQ del sito (l’area delle domande e risposte) si specifica che il servizio prestato non certifica alcunché:

How accurate is your data?

SearchQuarry.com is a provider of information gathered from publicly available data. SearchQuarry.com does not create, verify, or guarantee the accuracy of such data; rather, SearchQuarry.com receives its information from various sources, including Internet sites. It is not necessarily affiliated with or endorsed by these sources, or compensated by them. All materials and information available through SearchQuarry.com services are provided “as is” and “as available,” and without warranties of any kind, express or implied, and specifically including the warranties of merchantability and fitness for a particular purpose.

Nell’area c’è anche una domanda fondamentale per rispondere ai dubbi riguardo i dati forniti gratuitamente rispetto a quelli a pagamento: i risultati ottenuti dalla ricerca base (gratuita) potrebbero non corrispondere ai risultati della ricerca ottenuta nell’area dei membri (paganti). Ecco la domanda e la risposta riportata nell’area delle FAQ:

Why does the data obtained from the preliminary search vary from the data obtained in the members area?

The preliminary search accesses people databases simply to verify that the person exists in the United States. This information is provided as reference material only. Search results obtained from the Preliminary Search may not match the search results obtained in the member’s area based on the same search parameters.

Queste domande e risposte confermano quanto le «prove» fornite dagli utenti non siano attendibili. L’ultimo appiglio che rimane è legato all’account Instagram di Tiffany Pontes Dover, che non risulta aggiornato da diversi giorni, e alle accuse riguardo ai parenti che avrebbero «blindato» con la privacy i loro profili.

Risulta innegabile che i parenti, sia via Facebook che Instagram, siano stati «bombardati» da richieste e chissà da quali altri commenti (ricordiamoci il caso della famiglia Pozner con i complottisti del massacro di Sandy Hook) tali da ritrovarsi costretti a bloccare le comunicazioni in attesa che si calmino le acque.

Aggiornamento ore 23:36

Ricevo alle 15:51 una email di risposta da parte di Karen Long, responsabile della comunicazione del CHI Memorial, con la quale conferma che Tiffany sta bene e che si trova a casa: «Tiffany is at home and doing well. She has asked for privacy. Thank you for checking.»

Aggiornamento ore 8:31 del 21 dicembre 2020

Ora possiamo notare che Tiffany Pontes Dover è in vacanza con la sua famiglia. Ecco le foto (1234) pubblicate dai suoi parenti sui social (nota: per chi pensa che le foto siano vecchie, in una foto indossa la mascherina e nelle altre foto le indossano anche i parenti, non sono un optional del 2019).

Conclusioni

Tiffany Pontes Dover non è svenuta a causa degli ingredienti del vaccino Pfizer, avendo lei una condizione medica che le porta dei mancamenti riscontrabili anche in altre occasioni.

Gli utenti non portano alcuna prova a sostegno di un suo decesso. Vengono riportati, invece, contenuti passati diffusi sui social e le informazioni non accurate di un sito che fornisce informazioni diverse per utenti comuni e membri a pagamento.

Il silenzio social di Tiffany e della sua famiglia risultano comprensibili, vista la rilevanza mediatica ottenuta a seguito del mancamento davanti alle telecamere. L’unica informazione ufficiale fornita sui social è quella dell’ospedale via Facebook e Twitter.

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