Coronavirus, i numeri in chiaro. Sebastiani (Cnr): «L’onda della variante Covid forse ha già invaso l’Europa»
In Italia sono +10.872 i nuovi casi di positività secondo i dati diffusi nel monitoraggio quotidiano eseguito dalla Protezione civile e dal ministero della Salute. Ieri, invece, l’aumento era stato di +15.104 unità. I dati arrivano a fronte di 87.889 nuovi tamponi, per un totale di 25.217.014. Sono inoltre 415 i decessi, in aumento rispetto a quelli registrati ieri, quando erano 352. Gli attualmente positivi sono 613.582. I dimessi e i guariti oggi sono 1.281.258, mentre i ricoverati con sintomi sono 25.145. Sono 2.731 i pazienti ricoverati nelle terapie intensive. «Le terapie intensive sono in leggero calo, ma è ancora presto per cantar vittoria», spiega il matematico del Cnr Giovanni Sebastiani.
Professore, in che scenario ci troviamo oggi, dal punto di vista dei contagi?
« Per la situazione, fino a oggi, siamo tornati di nuovo in stallo rispetto ai giorni passati, quando invece registravamo un leggerissimo calo. Risale la percentuale dei nuovi positivi sui casi testati che oggi si attesta sopra il 25%».
Per quanto riguarda le terapie intensive?
«Qui c’è un accenno di trend in diminuzione, se guardiamo la curva teorica nell’arco delle tre settimane. Oggi siamo a 161 nuovi ingressi, ma ci vuole qualche altro giorno per capire come procederà la curva. Ieri eravamo al solito minimo delle domeniche. Resta certamente confermata l’oscillazione, con una leggera decrescita della curva».
E i decessi?
«Sembrano giuste le previsioni che avevo fatto: la prima, che riguardava il picco del numero delle vittime raggiunto già durante la prima settimana di dicembre. La seconda è che entro Natale saremmo scesi sotto i 500 decessi al giorno di media. E i dati di oggi lo confermano».
Ci sa dire di più della variante Covid?
«È da studiare a fondo. C’è la possibilità che la stasi di dicembre dipenda dalla circolazione della nuova variante Covid. Guardando le curve di incidenza, il Regno Unito ha cambiato rotta verso il primo dicembre. Lo stesso dicasi per Francia e Germania. Spagna e Italia, invece, arrivano 7-10 giorni dopo, probabilmente a causa della loro maggiore distanza dal Regno Unito. Ma il fenomeno è quello. Per quanto ne so, l’onda del Regno Unito probabilmente ha già invaso l’Europa: il fenomeno è rintracciabile nella collocazione temporale dell’inversione di tendenza dei cinque Paesi europei presi in esame».
Quindi per l’Italia, e per gli altri quattro Stati, l’inizio dello shopping natalizio non c’entra nulla, come invece si era ipotizzato?
«Questa è l’onda della variante, ma il periodo ad alta mobilità dello shopping di Natale penso abbia dato il suo contributo. Non abbiamo elementi al momento per escludere uno dei due fattori».
Quali sono le previsioni? Come potrebbe incidere l’effetto della variante sulle terapie intensive, ad esempio?
«Vista la crescita, dobbiamo vedere se con queste misure riusciamo a compensare la circolazione di questa mutazione che gli esperti al momento dicono essere più alta. Se si diffonde il contagio e ci sono effetti simili sull’organismo, dopo i soliti tempi farà danni, anche per le terapie intensive, questo è chiaro. Per ora, però, si sa poco. Motivo in più per vigilare e ridurre le possibilità di contagio. Non staremo lì a guardare».
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