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Coronavirus, Ricciardi attacca Londra: «La variante inglese? Sapevano da tre mesi e hanno taciuto. Ora serve il lockdown»

21 Dicembre 2020 - 07:58 Redazione
Il consulente del ministro Speranza: «In queste condizioni sarà difficile riaprire le scuole il 7 gennaio. A Natale si rischia una nuova impennata dei contagi»

Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, va all’attacco del Regno Unito, accusandolo di scarsa trasparenza sulla nuova variante del Coronavirus. «Ciò che mi fa arrabbiare è che gli inglesi sapevano già da settembre che era in circolazione questa nuova variante Covid», ha detto in un’intervista al Messaggero. «Hanno taciuto, non ci hanno avvertito. Ora serve il lockdown. O comunque misure molto severe». Secondo Ricciardi, la nuova variante di Sars-CoV-2 non è più letale, ma circola con una velocità più alta anche del 70-80 per cento». Una caratteristica che rischia di mettere a dura prova la tenuta delle strutture ospedaliere.

Quanto alle proprietà tipiche della variante inglese del virus, Ricciardi spiega: «Dai primi dati inglesi sappiamo che ha tre mutazioni che consentono di penetrare meglio nella mucosa nasale. Sono vicine alla proteina spike, ma non sembrano alterare la capacità protettiva del vaccino», come hanno confermato a Open anche gli esperti Antonella Viola e Massimo Clementi. Ricciardi, che nei giorni scorsi aveva chiesto al governo chiusure più severe, ora non ha dubbi: «In queste condizioni sarà difficile riaprire le scuole il 7 gennaio. A Natale si rischia una nuova impennata dei contagi».

«Lo stop ai voli? L’Ue si muova unita»

Il consulente del ministro Speranza ha poi commentato così la decisione, presa dall’Italia al pari di tanti altri Stati membri dell’Unione europea, di sospendere i collegamenti aerei con Londra: «Chiudere i voli con il Regno Unito è una buona mossa se lo fanno tutti gli altri Paesi. Se lo fa solo uno non serve, bisogna farlo in tutta Europa». Secondo quanto riportato dai media tedeschi, si va verso uno stop ai voli da parte di tutti i 27 Paesi membri.

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