Coronavirus. L’infermiera Tiffany Dover non è finita in terapia intensiva dopo il vaccino Pfizer
Non si placcano le notizie infondate ed errate sull’infermiera Tiffany Pontes Dover svenuta poco dopo aver ricevuto il vaccino anti Covid19 della Pfizer, ricordiamolo non a causa degli ingredienti di quest’ultimo ma per la sincope vagale di cui la stessa infermiera era consapevole di avere.
A seguito dell’accaduto qualcuno ha sostenuto con prove false che sia morta, mentre altri come Massimo Mazzucco, sostiene con certezza che sia finita in terapia intensiva. Per il regista, autore del video complottista «Coronavirus: è stato il “pipistrello”», ci sono due problemi: due persone diverse e una distanza geografica elevata.
Per chi ha fretta
- Ci troviamo di fronte a due casi diversi, uno in Alaska e l’altro nel Tennessee relativo a Tiffany Pontes Dover.
- Il caso in Alaska era avvenuto un giorno prima del caso del Tennessee.
- Il caso di Tiffany riguarda un problema legato alla sincope vagale, non a una reazione allergica al vaccino.
- Il caso dell’Alaska è dovuto a una reazione allergica.
Analisi
Massumo Mazzucco, in un video pubblicato su Youtube il 19 dicembre 2020 dal titolo «News della settimana (12-18 dic. 2020)», afferma quanto segue:
Adesso invece parliamo della notizia seria. Questa è veramente importante e veramente seria. A proposito di fare il vaccino sotto le telecamere, e forse qui capiamo perché veramente il caro Bourla della Pfizer non ha voluto farselo in diretta e non se l’è fatto affatto, una infermiera americana in Alaska si è fatta il vaccino sotto le telecamere per far vedere che lei si vaccinava. Dopo 15 minuti è andata in conferenza stampa, guardate quello che le è successo…
A quel punto Mazzucco mostra il video di Tiffany Pontes Dover, per poi sostenere quanto segue:
La notizia ovviamente è uscita sulla ABC americana, è stata rilanciata dal New York Times e in Italia è stata ripresa anche… perché non è finita, non è finita con lo svenimento, questo che vi voglio dire… è stata ripresa anche da Repubblica.
[…] “Usa, segnalata” – questo il titolo – “grave reazione allergica al vaccino Pfizer”. E invece, vediamo la slide numero 5, leggiamo dall’articolo.
[…] Ragioniamo un attimo. Non aveva precedenti allergie, è finita in terapia intensiva e ha rischiato di morire! Questo è quello che è successo, questa è la notizia ufficiale uscita sul New York Times e sulla ABC americana.
L’articolo di Repubblica è del 17 dicembre 2020, lo stesso giorno in cui Tiffany Pontes Dover aveva ricevuto il vaccino. C’è un primo problema, perché l’articolo della testata italiana cita come fonte un articolo del New York Times de 16 dicembre, ossia del giorno prima.
Non solo un dato temporale, ma anche geografico dimostra quanto le affermazioni rilasciate in video da Massimo Mazzucco non siano corrette. Infatti, Tiffany si trovava presso il CHI Memorial Hospital di Chattanooga, nel Tennessee, non in Alaska presso il Bartlett Regional Hospital di Juneau. Stiamo parlando di decine di ore in auto e circa una decina in aereo da una località all’altra.
Oltre alla differenza temporale e geografica, i due casi sono completamente diversi anche dal punto di vista clinico. Tiffany Pontes Dover, che si era fatta iniettare di fronte alle telecamere, non è svenuta a causa di una reazione avversa del vaccino Pfizer, ma per una condizione di cui lei era a conoscenza e che aveva spiegato agli stessi giornalisti pochi minuti dopo essersi immediatamente ripresa:
Ciò che riporta l’articolo del New York Times è un caso di reazione allergica, benché l’infermiera non fosse a conoscenza di eventuali sue allergie, così come i due casi britannici riscontrati giorni prima. Per questo motivo si è consigliato di non somministrare il vaccino Pfizer a persone che abbiano conoscenza di passate reazioni allergiche ai vaccini. Queste risultano comunque rare e non è un caso se a seguito delle iniezioni si richiede ai pazienti attendere almeno 15 minuti prima di uscire dal centro medico.
La sperimentazione del vaccino Pfizer ha coinvolto oltre 40 mila persone per poi presentare lo studio agli organi di controllo indipendenti e ricevere l’approvazione degli enti quali l’FDA americana e di recente l’europea EMA. Durante la sperimentazione sono state riscontrate reazioni allergiche nello 0.63% dei volontari.
Al momento non è chiaro il motivo scatenante delle reazioni allergiche riscontrate nei due casi britannici e nei due casi in Alaska riportati dal New York Times, sta di fatto che il sistema di monitoraggio è attivo e anche quello relativo agli eventuali interventi in caso di reazioni allergiche.
Conclusioni
Massimo Mazzucco nel suo video riporta un caso di disinformazione dovuto a una mancata attenzione nell’informarsi che il caso riguardante Tiffany Pontes Dover è avvenuto in tempi, luoghi e condizioni diverse da quelle del caso avvenuto in Alaska.
Molti hanno «fuso» i due casi in uno. Mazzucco non è stato l’unico, ma il suo video con l’informazione falsa continua ad ottenere visualizzazioni (59.484) e il singolo spezzone è stato prelevato a diffuso su altri canali contribuendo a renderlo virale.
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