Oggi il vertice tra governo e Regioni sulla scuola: sul tavolo l’ipotesi di didattica a distanza al 50%
Ci sono ancora nodi che attendono di essere sciolti in vista della ripresa – con tutta probabilità, il 7 gennaio – delle scuole superiori, chiuse sull’onda della crescita esponenziale dei contagi da Coronavirus. Tra le questioni in sospeso, quella che riguarda le lezioni in presenza: finora l’ipotesi più accreditata prevedeva il 75% delle lezioni in aula contro un 25% di didattica a distanza. Sta però prendendo corpo l’ipotesi di un 50-50%. Sulla questione oggi potrebbero arrivare novità.
La Conferenza delle Regioni è convocata alle ore 14.30, con all’ordine del giorno l’intesa sul documento Linee guida per garantire il corretto svolgimento dell’anno scolastico 2020-2021. Intesa che poi andrà discussa nella Conferenza tra Stato e Regioni che il ministro Francesco Boccia ha convocato alle ore 15.30. Il tavolo potrebbe comunque risolversi in un nulla di fatto, e in un rinvio di ogni decisione, in prospettiva di un ulteriore aumento dei contagi, ai primi di gennaio.
Sul bilanciamento tra Dad e lezioni in presenza le Regioni chiedono una deroga da stabilire a livello provinciale. Le Province e i Comuni non vogliono andare oltre il 50% delle presenze in classe. Tra i punti all’ordine del giorno non figura l’eventuale prolungamento delle lezioni fino alla fine di giugno di cui si era parlato negli scorsi giorni. Su questo tema prima di prendere una decisione bisognerà capire come andrà il rientro a gennaio in classe.
Il nodo del trasporto pubblico
In gioco c’è anche l’annosa questione del trasporto pubblico: il governo ha già promesso alle Regioni nuovi fondi per incrementare la circolazione dei mezzi nelle fase orarie più critiche per gli studenti. Qualche giorno fa la ministra dei Trasporti Paola De Micheli aveva fatto sapere che i mezzi pubblici restano con una capienza al 50%, «e spero mantengano questo livello fino all’estate». Dal canto loro le Regioni si impegnano, invece, a istituire un percorso preferenziale per i tamponi degli studenti, evitando così uno stop forzato e prolungato delle scuole. Sempre alle Regioni spetterà il compito di rivedere gli orari di entrata e di uscita (alcuni hanno già pensato a scaglionare gli ingressi), ma anche quello di negozi e attività su strada.
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