Addio all’Erasmus, nel Regno Unito parte il Turing: cosa cambia per gli studenti dopo l’accordo sulla Brexit
Nel gennaio del 2020 aveva sollevato parecchie critiche un voto nel parlamento britannico che in apparenza segnava il ritiro del Regno Unito dal programma Erasmus dopo la Brexit. Il sottosegretario all’Istruzione e l’Università britannico Chris Skidmore ai tempi era corso ai ripari dichiarando che la partecipazione del Regno Unito ad Erasmus+ avrebbe fatto parte «dei nostri negoziati futuri con l’Unione europea». Aveva anche aggiunto: «Diamo grande valore agli scambi internazionali tra studenti». Nelle ultime ore, dopo l’annuncio dell’accordo raggiunto tra le parti il capo negoziatore Ue, Michel Barnier, ha dichiarato che il Regno Unito non intende più partecipare al programma Erasmus.
«Ho solo due rimpianti per quanto riguarda la nostra cooperazione sociale», ha dichiarato Barnier. «In primo luogo, il governo britannico ha deciso di non partecipare al programma di scambio Erasmus. In secondo luogo, il livello di ambizione in termini di assistenza alla mobilità non è in linea con i nostri legami storici, ma anche questa è una scelta del governo britannico».
Turing Scheme: il nuovo programma di interscambio universitario
Rispondendo in conferenza stampa a una domanda sull’Erasmus Boris Johnson ha detto che si tratta di una decisione economica, visto il grande costo dell’Erasmus. «Stiamo costruendo un programma di interscambio universitario per gli studenti britannici perché vogliamo che abbiano la possibilità di formarsi nelle migliori università del mondo», ha dichiarato Johnson. Si chiamerà il Turing Scheme, dal noto matematico britannico Alan Turing, che durante la Seconda Guerra mondiale inventò una macchina in grado di decodificare i codici dell’Enigma Machine dei nazisti.
Le linee guida sull’immigrazione
L’altra certezza riguarda la libera circolazione tra l’Ue e il Regno Unito, che finirà a partire dal prossimo anno. Confermato anche il nuovo regime di immigrazione: a febbraio il governo di Boris Johnson aveva diffuso delle nuove linee guida per gli immigrati che segnavano una stretta sugli ingressi nel Paese, uno degli obiettivi principali dei brexiters favorevoli all’uscita dall’Unione europea. Seguendo il modello a punti australiano, il Regno Unito aveva deciso di allontanare i lavoratori «poco qualificati» che non hanno già un’offerta di lavoro, limitando i visti di ingresso nel Paese «per lavori temporanei» e dando precedenza a chi arriva con un’offerta di lavoro o accademica.
Visti in arrivo per gli studenti
Ad ogni modo, gli studenti dovranno fare i conti con il nuovo sistema migratorio. Come spiegava la BBC ad ottobre, le regole sui visti per gli studenti varieranno a seconda del Paese ma in generale i cittadini europei che vorranno andare a studiare nel Regno Unito dovranno richiedere un visto, così come dovranno fare anche gli studenti britannici che vorranno andare in Europa, ad eccezione dell’Irlanda, con cui ci sarà comunque un accordo di libera circolazione con il Regno Unito.
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