Verso il rientro in classe del 7 gennaio. Il report che assolve le scuole: «Non hanno contribuito alla seconda ondata»
La riapertura delle scuole non ha contribuito all’aumento dei contagi da Coronavirus in Europa. Secondo un rapporto del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), il rientro nelle aule a metà agosto «è coinciso con un generale rilassamento delle altre misure restrittive in molti Paesi, e non appare essere stato un motore di contagio» nella seconda ondata. Il problema vero sono stati i trasporti e le altre attività che si sono rimesse in moto, ha chiarito l’Ecdc, intervenendo di fatto nel dibattito che continua ad animare il nostro Paese, in vista della ripartenza del prossimo 7 gennaio, quando dovrebbe tornare in aula il 50% degli alunni.
L’altolà di De Luca
Poco prima di Natale, il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, ha detto che la riapertura delle scuole «è stato sempre uno dei primi obiettivi che ci si è dati, la preparazione mi sembra piuttosto accurata. È chiaro che quando si riaprono le scuole non si teme tanto la trasmissione all’interno dell’ambiente scolastico quanto il fatto che si rimette in moto tutta una serie di attività e di persone». Chi non sembra pronto a riaprire è il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che oggi ha avvisato: «Si devono valutare i dati e l’idea di mandare a scuola il 50% degli studenti è un’idea che la Campania non condivide, valutiamo un passo alla volta il rientro, ma certamente non mandiamo in blocco il 50% a scuola».
Le posizioni di Speranza e Miozzo
Sul tema della scuola è intervenuto anche il ministro della Salute Roberto Speranza in un colloquio con la Repubblica: «Abbiamo tenuto aperto il primo ciclo anche in zona rossa, l’abbiamo tutelata il più possibile. C’è un accordo con le Regioni per riaprire in presenza le superiori al 50%». Tutto dipende dalla curva dei contagi: «L’obiettivo è 50 casi ogni 100 mila abitanti. Adesso ne abbiamo 150». A monitorare i dati sarà anche e soprattutto il Comitato tecnico scientifico (Cts), il cui coordinatore, Agostino Miozzo, ha definito «fondamentale riportare i ragazzi a scuola. E la strategia dei tavoli locali coordinati dai prefetti si sta rivelando vincente per risolvere i problemi dei trasporti, degli orari di ingresso scaglionati e del controllo sanitario».
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