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Là dove tutto ebbe inizio, il cerchio inizia a chiudersi. Il V-Day a Bergamo, tra speranza e ricordo – Le immagini

27 Dicembre 2020 - 22:12 Redazione
Il sindaco Gori: «Se c’è una cosa che l’esperienza del Covid ci ha insegnato è che nessuno può porsi in salvo da solo»

«La chiusura di un cerchio». Così ha definito il V-Day italiano la dottoresssa Annalisa Malara, anestesista dell’ospedale di Codogno che individuò, il 20 febbraio 2020, il primo paziente Covid in Italia. Una chiusura di un cerchio certamente simbolica, quella dell’arrivo dei primi vaccini, ma che nella provincia di Bergamo, la zona più colpita della Penisola dalla prima ondata della pandemia di Coronavirus, è un punto di ripartenza. «Anche lo scorso 20 febbraio c’era il sole, era una giornata tersa. Ma oggi la luce è di speranza», ha aggiunto la dottoressa Malara.

ANSA/UFFICIO STAMPA | Le prime dosi del vaccino anti Covid-19 arrivate al Papa Giovanni XXIII, ospedale simbolo della lotta alla pandemia, Bergamo, 27 dicembre 2020.

Le prime 50 vaccinazioni ‘simboliche’ a Bergamo

Le prime 50 dosi del vaccino anti Covid Pfizer-Biontech sono arrivate all’Ospedale Papa Giovanni di Bergamo poco prima di mezzogiorno. Ad accoglierle e a trasportarle all’interno della struttura è stata la dottoressa Delia Bonzi, direttrice del Servizio Farmacia Asst Bg Est. Il primo a esser vaccinato è stato il professor Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, e successivamente altre 49 persone del personale medico-sanitario dell’ospedale. 

ANSA/UFFICIO STAMPA | Le prime dosi del vaccino anti Covid-19 arrivate al Papa Giovanni XXIII, ospedale simbolo della lotta alla pandemia, Bergamo, 27 dicembre 2020.
ANSA / UFFICIO STAMPA | Il professor Giuseppe Remuzzi, presidente dell’istituto Mario Negri, primo vaccinato ad Alzano Lombardo (Bergamo), 27 dicembre 2020
ANSA/FABIO CONTI | Le vaccinazioni del personale medico-sanitario a Bergamo, 27 dicembre 2020

È stata «una giornata simbolica», ha ribadito la direttrice generale dell’ospedale Maria Beatrice Stasi. «Questa volta – ha proseguito – a scendere in campo sono i nostri operatori più rappresentativi, per il loro ruolo e per il contributo dato alla gestione dell’emergenza insieme a figure simbolo del mondo della sanità bergamasca». 

ANSA/FABIO CONTI | Le vaccinazioni del personale medico-sanitario a Bergamo, 27 dicembre 2020
ANSA/FABIO CONTI | Le vaccinazioni del personale medico-sanitario a Bergamo, 27 dicembre 2020
ANSA/FABIO CONTI | Le vaccinazioni del personale medico-sanitario a Bergamo, 27 dicembre 2020

Gori: «Una festa della vita che ci richiama all’esercizio della nostra responsabilità»

Un giorno, questo 27 dicembre 2020, che rappresenta un po’ «una festa della vita», ha commentato il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori. «Se c’è una cosa che l’esperienza del Covid ci ha insegnato è che nessuno può porsi in salvo da solo – ha aggiunto Gori -. Dobbiamo pretendere che l’organizzazione della campagna vaccinale sia efficace, senza ritardi e inefficienze. Ma oggi è un giorno di festa, che ci dà speranza e che chiama ognuno di noi all’esercizio della responsabilità».

ANSA/FABIO CONTI | Le vaccinazioni del personale medico-sanitario a Bergamo, 27 dicembre 2020

Un cerchio che inizia a chiudersi simbolicamente oggi, con un carico di «speranza» per il futuro e un richiamo alla «responsabilità». La stessa dimostrata dai sanitari in prima linea per mesi e mesi, trincerati dietro mascherine e tute, tra lacrime, sudore e sofferenza e certamente qualche gioia nell’aver salvato vite umane. Purtroppo, anche molti medici morti per Covid, contratto mentre svolgevano il loro lavoro di cura degli altri.

Foto in copertina: Le prime dosi del vaccino anti Covid-19 arrivate al Papa Giovanni XXIII, ospedale simbolo della lotta alla pandemia, Bergamo, 27 dicembre 2020 | ANSA/UFFICIO STAMPA

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