Dai problemi con la catena del freddo in Germania allo scetticismo dei francesi: ecco come è andato il V-day in Europa
L’Europa si vaccina, tra speranze, timori e alterni sentimenti nei confronti di una giornata che, comunque la si pensi, è storica nella lotta al Coronavirus, a quasi un anno da quando la pandemia è comparsa nel Vecchio Continente, almeno ufficialmente. Tra i primissimi personaggi politici che hanno ricevuto il vaccino stamane c’è Andrej Babis, il premier ceco, che ha fatto l’iniezione a Praga insieme al 95nne Emilie Repikova. In Grecia si è vaccinata all’ospedale Evangelismos di Atene la presidente della Repubblica Katerina Sakellaropoulou, mentre il premier Kyriakos Mitsotakis ha ricevuto il vaccino in un altro ospedale cittadino, l’Attikon.
Spagna
In Spagna la campagna di vaccinazione è partita da una residenza per anziani a Guadalajara in Castilla-La Mancha: la prima persona vaccinata è stata Araceli Rosario Hidalgo, 96 anni: «E vediamo se riusciamo a far andare via questo virus», ha detto. L’ha seguita poi una dipendente della casa di riposo, Mónica Tapias, 48 anni. «Oggi Arceli e Monica rappresentano una nuova tappa incoraggiante. Un giorno di emozione e di speranza», scrive Pedro Sanchez su Twitter. Salvador Illa, ministro della Salute spagnolo, spiega che la prima consegna di vaccini Pfizer ammonta a 9.750 dosi: la stessa quantità arrivata in Italia e distribuita anche agli altri Paesi europei.
Germania
In Germania la prima persona a ricevere il vaccino ha 101 anni: Edith Kwoizalla, in una casa di riposo in Sassonia-Anhalt. La campagna di vaccinazione però, ricostruisce l’agenzia Reuters, sta subendo rallentamenti in diverse città tedesche dopo che il personale medico ha sollevato potenziali irregolarità nella logistica della catena del freddo per il vaccino Pfizer. «Durante la lettura delle temperature nelle celle frigorifere, sono sorti dubbi sul rispetto della catena del freddo», affermano in una nota congiunta gli amministratori dei distretti di Coburg, Lichtenfels, Kronach, Hof, Wunsiedel e Kulmbach. Intendono ora controllare – anche con il produttore BioNTech – che il vaccino possa essere comunque usato senza problemi. Le autorità locali specificano che il lotto non sarà inoculato, nel caso in cui ci sia anche solo la minima indicazione che il vaccino non soddisfi al 100% i criteri di qualità.
Il vaccino Pfizer, ricorda il Guardian, usa la nuova cosiddetta tecnologia mRNA e ha quindi bisogno di essere conservato a temperature molto basse: circa -70° C (-94° F), in modo da restare efficace prima di essere mandato ai centri di distribuzione. L’azienda Pfizer ha realizzato dei contenitori dedicati al vaccino per la spedizione, pieni di ghiaccio secco per assicurare la corretta conservazione del farmaco nel trasporto. Le dosi possono essere tenute per sei mesi al massimo in un congelatore a temperatura bassissima. Oppure per cinque giorni a 2-8° C, un tipo di refrigerazione in genere disponibile negli ospedali.
Sulle polemiche sulle quantità di dosi distribuite ai vari paesi europei fa chiarezza oggi l’ufficio del commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri. La Germania, spiega, per il Vax-Day, «ha avuto 11 mila dosi. Le 150 mila che gli sono state consegnate fanno parte delle forniture successive che nel nostro paese arriveranno a partire dal 28 dicembre». Non c’è, si spiega, «alcuna discriminazione: l’assegnazione è stata fatta a livello Ue sulla percentuale di popolazione, sia per il vax day sia per le forniture successive a regime. Il nostro piano di distribuzione prevede di avere 450 mila dosi a settimana a partire da domani, che arriveranno direttamente nei luoghi di somministrazione». La Germania ha oltre 83 milioni di abitanti. L’Italia 60 milioni. Altre 670 mila dosi arriveranno ogni settimana a gennaio, dice il ministro federale della Sanità Jens Spahn.
Francia
Nella vicina Francia il vaccino contro Covid-19 è arrivato ieri, sabato 26 dicembre: 19.500 dosi che sono state recapitate alla farmacia centrale degli Ospedali di Parigi. La prima vaccinata francese ha 78 anni e si chiama Mauricette: è stata vaccinata a Sevran, alla periferia di Parigi. La Francia deve però fare i conti con l’ondata di scetticismo nei confronti del vaccino: resta infatti uno dei Paesi in cui la popolazione appare meno convinta. Secondo un sondaggio pubblicato oggi dal settimanale Le Journal du Dimanche e condotto dall’11 al 14 dicembre, più di un francese su due, il 56%, non vuole vaccinarsi. Il 44% prevede di farlo, il 13% si dichiara “certo” di farlo. Vietnam, India e Cina sono in testa alla classifica stilata da Mediavenir sulle percentuali di quante persone, Paese per Paese, desiderano ricevere il vaccino: l’Italia è al 70%, la Spagna al 67%. In Finlandia e Gran Bretagna la percentuale sale all’81%.
In copertina EPA/Markus Schreiber| Sabine Schimmel riceve il vaccino contro il Coronavirus a Berlino, Germania, 27 dicembre 2020.
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