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V-Day, Locatelli parla di ritorno alla normalità «forse già a settembre». E sulla sicurezza: «Non c’è nulla da temere»

27 Dicembre 2020 - 12:15 Redazione
Il professore si dimostra molto fiducioso ma chiarisce che almeno «fino a primavera-estate dovremo continuare usare le mascherine e rispettare le limitazioni»

«L’obiettivo è di 140 mila vaccinazioni al giorno». È fiducioso il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli nel giorno dell’avvio della campagna di vaccinazione contro il Coronavirus in tutta Europa. Il professore parla di «una giornata storica» ma usa la consueta cautela e saggezza a cui ci ha abituati e dunque ribadisce ancora una volta che «sarà necessario mantenere le misure di precauzione e distanziamento». Appare invece sicuro quando afferma in un’intervista a Il Messaggero che «entro la fine dell’estate sarà vaccinato il 70% degli italiani». Per Locatelli questo V-Day va dunque accolto «con gioia e soddisfazione» ma – precisa il presidente del Css – non deve essere mal interpretato: «Non è un: “è finito tutto e possiamo abbandonare la responsabilità nei comportamenti”».

Il professore spiega che si tratta piuttosto di un «progressivo recupero di una immunità diffusa che ci permetterà di riprendere le nostre attività ordinarie». Quanto alla sicurezza e all’efficacia, Locatelli ne è certo: «Non c’è nulla da temere, anche se è il vaccino è arrivato in tempi brevi». E spiega che «ovviamente si andrà progressivamente a regime». «Altri vaccini – dice riferendosi agli altri cinque prodotti che sono in attesa di ricevere il via libera dell’Agenzia europea del farmaco – non richiedono la catena del freddo necessaria per Pfizer e lo sforzo logistico sarà meno significativo».

La quantità di fiducia che Locatelli ripone in questa campagna di vaccinazione partita oggi, domenica 27 dicembre, è chiaramente comprensibile anche dal suo riferimento temporale rispetto a un ipotetico ritorno alla normalità: «Si potrebbe tornare a una vita normale anche prima di settembre, ma non tanto prima». E parla di tre variabili fondamentali per raggiugnere questo scopo: «La disponibilità dei vaccini, la messa a punto della macchina organizzativa, ma anche la scelta di ognuno di noi di vaccinarsi. Fino a primavera-estate – precisa il professore – dovremo comunque continuare usare mascherine e rispettare delle limitazioni».

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