A Torino il discoclub che aveva aperto 15 giorni prima del lockdown diventa un minimarket. Il proprietario: «Non mi piango addosso»
Il Covid non ha intaccato la determinazione di Marco Cassarà che, due settimane prima dal lockdown di marzo, aveva aperto un discoclub a Torino. Un sogno, un investimento da 30 mila euro che non si è potuto concretizzare a causa della pandemia. Il 23 febbraio l’inaugurazione, due serate programmate (una l’8 marzo), poi il lockdown e la chiusura di tutte le attività. Compresa la sua. Ora Marco ha deciso di reinventarsi e quel discoclub – che aveva chiamato Diabolik – lo ha trasformato in un minimarket. Una delle poche attività che, anche in zona rossa, può rimanere aperta.
Ha tolto «le pellicce dai vetri» e «cambiato le insegne» – scrive su Facebook – trasformando, di fatto, la sala che prima era adibita a musica in un piccolo supermercato di quartiere. Addio divanetti, maxi schermi e consolle: spazio, invece, a pasta, formaggio, olio, dentifricio e balsamo. «Piangermi addosso è una cosa che non mi è mai piaciuta, non ho voluto dare la colpa a nessuno e così mi sono inventato questo», ha detto il proprietario dell’ex discoclub in un’intervista a Il Fatto Quotidiano. Insomma, Marco Cassarà vuole puntare sul sicuro, non vuole più rischiare in tempi di pandemia.
Finita la pandemia, diventerà un cocktail bar aperto a tutti
Il suo locale, passato «il periodo più duro della pandemia», tornerà alla sua vecchia veste. O quasi. Non più un discoclub, con ingresso riservato ai soci, ma un cocktail bar aperto a tutti. Si parte alle 6 del mattino con colazione per poi proseguire con pranzo alle 13, aperitivo alle 18 e cocktail fino all’1 di notte.
Foto da Facebook | Diabolik Disco Club
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