A un medico del Cts siciliano non basta l’ok di Ema e Aifa sul vaccino: «Mancano evidenze scientifiche sull’efficacia»
Sicurezza ed efficacia del vaccino anti-Covid19 di Pfizer/BioNTech. Si intitola così il testo, pubblicato il 10 dicembre sull’autorevole New England Journal of Medicine (NEJM), contenente tutti i dati sulla sperimentazione del primo vaccino contro il Coronavirus approvato nel mondo. Eppure, alcuni medici e infermieri negano ancora che ci sia una comunicazione chiara, nonostante gli studi pubblicati sulle riviste scientifiche e il via libera del’Ema e dell’Aifa, l’agenzia europea per il farmaco. Tra loro c’è Salvatore Corrao, membro del Comitato tecnico scientifico della Sicilia.
«Non sono un no-vax, il vaccino lo farò», ha detto a La Sicilia. «Ma non sono nemmeno un pro-vax. Sono per la medicina delle evidenze scientifiche». Cosa ci sarebbe di non chiaro nel vaccino a mRNA BNT162b2? «Manca un’adeguata presentazione di report chiari, che non è stata fatta né alla comunità scientifica né agli organi di vigilanza medica». Il medico ha dichiarato di avere «perplessità in merito agli annunci sull’efficacia e sulla sicurezza da parte delle aziende produttrici».
Corrao dirige un reparto in cui «ci sono 61 pazienti Covid e operatori massacrati dal super lavoro». Non si fida, dice, «di una casa farmaceutica aggressiva e ammanicata con la politica». «Il 95% di efficacia di cui parla Pfizer – dice – è basato su 170 casi e non su 40 mila persone». Ma l’efficacia non riguarda gli effetti collaterali che renderebbero poco sicura la somministrazione, bensì la capacità del vaccino di impedire il contagio da Coronavirus: nessun dubbio, quindi, sulla sicurezza.
Cosa si dice nel report scientifico sul vaccino
Secondo quanto si legge nel report pubblico, il trial ha coinvolto 43.448 persone, 21.720 delle quali hanno ricevuto il vaccino di Pfizer e 21.728 un placebo. I dati hanno confermato un’efficacia del 95% dopo due dosi (somministrate a 21 giorni di distanza). Un risultato riscontrabile anche tra le persone considerate più a rischio, altamente rappresentate durante la sperimentazione – over 55 (42%), persone affette da malattie pregresse (21%) e da obesità (35%). Il numero 170 si riferisce ai primi contagi. Nell’intera platea di partecipanti si è osservato che solo 8 erano incorsi nel gruppo dei vaccinati, e solo uno di loro era grave.
Immagine di copertina: EPA/STEPHEN BRASHEAR
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