Conte: «Escludo l’obbligo di vaccinazione». E sulle tensioni nel governo: «Se verrà meno la fiducia andrò in Parlamento» I video
«Siamo stati travolti per primi da questa pandemia di Coronavirus nel mondo occidentale, abbiamo subito prepotentemente la prima e, ora, la seconda ondata. Troppi decessi? È una ferita indelebile. Noi, però, abbiamo la popolazione più anziana d’Europa, nel mondo siamo secondi solo al Giappone. Abbiamo una popolazione anziana con molte comorbilità». Così il premier Giuseppe Conte oggi, mercoledì 30 dicembre, nella conferenza stampa di fine anno organizzata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti in collaborazione con l’Associazione della Stampa parlamentare che si svolge a Villa Madama a Roma. «Lo stato d’emergenza lo prorogheremo fino a quando sarà necessario», ha dichiarato il presidente del Consiglio citando poi le priorità del governo. Dalla lotta all’evasione alla digitalizzazione del Paese: «Vogliamo un Paese dove tutti pagano e tutti pagano meno».
«Ci dicevano di fare un lockdown generalizzato, una sofferenza insostenibile secondo noi. Abbiamo avuto grandi difficoltà nell’applicazione delle zone gialle, arancioni e rosse. Ci siamo imposti a livello di governo nazionale nonostante le diffidenze a livello territoriale. A gennaio continueremo col sistema per fasce. Se ci permettono di tenere il sistema, non interverremo. Altrimenti faremo dei ritocchi», ha detto attaccando le regioni. Oggi, 30 dicembre, l’Italia è ancora in zona arancione, da domani, 31 dicembre, in rossa.
La diretta video
Il Recovery plan
Il presidente del Consiglio dei ministri, entrando nel vivo della conferenza, ha spiegato che «il prossimo passaggio urgente sarà il Recovery plan, un’occasione storica». Un documento che sarà presentato, nelle migliori delle ipotesi, «a metà febbraio»: «Però dobbiamo affrettarci, dobbiamo accelerare, non ho mai detto che va tutto bene. Non possiamo galleggiare». E preannuncia alcuni investimenti anche per il Sud: «Ci sarà l’alta velocità Salerno-Bari e la Palermo-Catania-Messina».
Vaccini
Sui vaccini ha spiegato che, entro gennaio, potrebbero arrivare nel nostro Paese anche quelli di Moderna: «Si attende l’ok di Ema a inizio gennaio. Io il vaccino, che è una punturina non dolorosa, lo farei subito ma rispetterò le priorità. Escludo che sarà obbligatorio. Un “tesserino” per chi si vaccina? Lo valuteremo». Il primo impatto significativo del vaccino arriverà «solo in primavera inoltrata»: «Vaccineremo 10-15 milioni di cittadini non prima di aprile. Ora sottoponiamoci tutti al vaccino».
Poi, commentando la notizia della Germania, che ha acquistato altre 30 milioni di dosi da sola, ha detto: «Non ci siamo assicurati altre commesse perché le dosi negoziate sono sufficienti. Non lo abbiamo fatto anche perché vige il divieto di approvvigionarsi per via bilaterale se si accede al programma di vaccinazione europeo».
Infine ha espresso «massima solidarietà» a Claudia Alivernini, la prima infermiera vaccinata in Italia, vittima di insulti e minacce da parte dei No-Vax. «È inaccettabile».
Rischio licenziamenti da marzo
Quello che più preoccupa il governo è la situazione economica del Paese, da marzo in poi quando potrebbero scattare migliaia di licenziamenti, al termine dell’erogazione degli ammortizzatori sociali per le aziende in crisi: «Si tratta di uno scenario molto preoccupante perché fino a marzo ci sarà una cintura di protezione sociale, che è la Cassa Covid, che finora ha salvato 600mila lavoratori dal licenziamento. Il mercato del lavoro si preannuncia molto critico dopo marzo».
Il reddito di cittadinanza? «Sono molto soddisfatto, si tratta di persone che non avevano mezzi di sostentamento. L’impatto di questa misura sulla povertà c’è anche se un numero esiguo di persone hanno trovato lavoro tramite il reddito. In molti, intanto, mi hanno scritto “presidente, finalmente ho potuto comprare una bistecca o un paio di occhiali”. Certo, è una misura che si può migliorare. Rafforzeremo gli uffici per l’impiego».
La scuola
Sulla scuola Conte ha auspicato il rientro in classe «a partire dal 7 gennaio con una didattica integrata, al 50 per cento in presenza» per le superiori. Gli stipendi degli insegnanti, invece, ha ammesso il premier, «non sono adeguati, potremmo fare qualcosa di più».
La crisi di governo
A proposito di crisi di governo e scontri con altre forze politiche, come Italia Viva, ha spiegato: «Nella scorsa legislatura non ho sfidato Matteo Salvini, ho evitato che una crisi di governo si consumasse nel chiuso di un appartamento o di un salotto, sarà sempre così fino a quando ci sarò io. Ci saranno sempre passaggi chiari, franchi dove tutti i cittadini potranno partecipare al dibattito pubblico». Gli ultimatum, invece, «non mi appartengono, non fanno parte del mio bagaglio culturale e politico. Io sono per il dialogo e il confronto. Al momento, quindi, nessun avvio di campagna elettorale da parte mia».
«Se verrà meno la fiducia di una forza di maggioranza – ha spiegato – ci sarà un passaggio parlamentare dove tutti si assumeranno la propria responsabilità. E poi non voglio credere che, in un momento del genere, si arrivi a uno scenario simile. Sarebbe rischioso e insidioso per quel patrimonio di credibilità e fiducia che abbiamo costruito con l’impegno quotidiano». Non c’è spazio per le polemiche: «Abbiamo rafforzato la nostra credibilità in Europa. Abbiamo restituito fiducia ai cittadini nella classe politica».
Foto in copertina: ANSA | Video di Agenzia Vista/Alexander Jakhnagiev
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