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Il sindaco di Frassilongo: «Agitu Gudeta? Un uragano. Le capre erano la sua vita, ci prenderemo cura di loro» – L’intervista

30 Dicembre 2020 - 16:02 Fabio Giuffrida
Con l’amico e primo cittadino del comune trentino Luca Puecher si erano dati appuntamento per il primo giorno del nuovo anno. E, invece, martedì Gudeta è stata uccisa. Una fine atroce per una donna che aveva grandi progetti

«Le avevo promesso che a gennaio sarei andato da lei a trovarla in azienda per farmi perdonare di non averle fatto gli auguri di Natale. E, invece, ieri la tragica notizia: l’omicidio, la violenza sessuale, notizie che non avrei mai voluto leggere. Agitu era una persona forte, determinata, una sognatrice, un uragano, pensava sempre al «dopodomani», al futuro. La sua vita erano le capre, per lei non era un semplice lavoro». A parlare a Open è Luca Puecher, sindaco di Frassilongo, comune di 345 persone in Trentino, in cui si è consumato l’omicidio di Agitu Gudeta. L’imprenditrice etiope, 42 anni, fondatrice dell’azienda agricola “La capra felice”, è stata uccisa a martellate e poi violentata da un suo collaboratore di 32 anni, forse per uno stipendio non pagato, stando alla confessione dell’uomo rilasciata durante la notte.

OPEN | Luca Puecher è il sindaco di Frassilongo, comune di 345 abitanti a Trento

«La sua morte è una ferita grave»

Una fine atroce quella di Agitu, simbolo di integrazione. Fuggita dall’Etiopia nel 2010 a causa di violenze e persecuzioni, si era rifugiata nel nostro Paese dove era riuscita a ricostruirsi una vita e a laurearsi in Sociologia. Allevatrice di capre, era un vero e proprio vulcano di idee: «Non solo l’azienda agricola, voleva aprire un piccolo agriturismo (aveva già comprato un edificio dismesso, ndr), voleva pensare alla sua fattoria didattica, ai suoi negozi. Uno a Trento, l’altro a Frassilongo dove vendeva formaggi e prodotti tipici. Faceva tanto volontariato, aiutava le associazioni del paese, non mancava mai col suo banchetto alle feste del paese. Aveva grandi progetti per il nostro territorio. La sua morte è per noi una ferita grave».

«Ci occuperemo noi delle capre, ho chiamato tutti gli allevatori del paese»

Del suo presunto assassino, Adams Suleiman, 32 anni, ghanese, che abitava al piano terra della casa di Agitu Gudeta, nessuno sembra sapere niente: «Lo conoscevamo di vista, lo vedevamo quando portava a spasso le pecore. Ma non sapevamo affatto di possibili litigi o problemi tra i due. Nessuno poteva aspettarsi tutto questo, l’arresto è avvenuto nella stalla. Ora dobbiamo prenderci cura degli animali». Luca Puecher – ci spiega – ha già chiamato a raccolta tutti gli allevatori del paese chiedendo di occuparsi delle capre almeno per questa settimana: «Siamo ancora nel panico. A gestire gli animali, nei prossimi mesi, sarà direttamente la magistratura. Al momento possiamo solo prenderci cura di loro, almeno per questa settimana. Dopo vedremo».

Foto in copertina: FACEBOOK | AGITU GUDETA

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