Coronavirus, le raccomandazioni dell’Iss: «Incidenza ancora alta, mantenere la linea del rigore»
Non abbassare la guarda e non allentare: sono queste le indicazioni che dà – secondo quanto emerge dalle bozze – l’Istituto Superiore di Sanità in vista della presentazione del consueto monitoraggio settimanale dei contagi di Coronavirus nel nostro paese. «Mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone, evitare tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile», si legge nella bozza di monitoraggio settimanale ministero della Salute-Iss. Viene raccomandato di continuare a seguire le misure di sicurezza, incluse le quarantene dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi.
I dati
Negli ultimi 14 giorni si può vedere una diminuzione dell’incidenza in tutto il paese – si passa da 329,53 per 100mila abitanti all’attuale 305,47 per 100.000 abitanti. Ma in generale l’incidenza, avverte l’Iss, resta alta così come importante resta l’impatto della pandemia su tutto il territorio nazionale. Nella maggior parte delle regioni/province autonome il rischio di una epidemia non controllata e non gestibile resta Moderato o Alto. Per questo serve «mantenere la linea di rigore delle misure del periodo delle feste»: l’epidemia resta infatti «grave ancora a causa di un impatto elevato sui servizi assistenziali».
Dall’8 al 21 dicembre 2020, l’indice di trasmissibilità Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato di 0,93 (range 0,89 – 1.02), quindi in lieve aumento nelle ultime tre settimane. Sono tre in particolare le Regioni/PPAA – ovvero Veneto, Liguria, Calabria – con Rt puntuale maggiore di 1, compatibile quindi con uno scenario di tipo 2: il che «desta particolare preoccupazione e pertanto si esorta a considerare di applicare le misure previste, per i livelli di rischio attribuiti, anche alla fine di queste festività». Basilicata, Lombardia e Puglia superano nel valore medio, e altre tre regioni – ovvero Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche – quasi lo toccano.
Ecco gli Rt dal 21 al 27 dicembre aggiornati al 29 regione per regione: Abruzzo:0,65; Basilicata: 1.09; Calabria: 1.09; Campania: 0.78; Emilia Romagna: 0.98; Friuli Venezia Giulia: 0.96; Lazio: 0.84; Liguria: 1.07; Lombardia: 1; Marche: 0.99; Molise: 0.89; Piemonte: 0.71; PA Bolzano: 0.76; PA Trento: 0.71; Puglia: 1; Sardegna:0.78; Sicilia: 0.93; Toscana: 0.79; Umbria: 0.8; Valle d’Aosta: 0.83; Veneto: 1.07.
«Le aumentate mobilità e interazione interpersonale tipica della socialità di questa stagione potrebbero determinare un aumento rilevante della trasmissione di SARSCoV-2», si legge ancora nella bozza secondo quanto riporta l’Ansa. «Questo comporterebbe un conseguente rapido aumento dei casi a livelli potenzialmente superiori rispetto a quanto osservato a novembre in un contesto in cui l’impatto dell’epidemia sugli operatori sanitari, sui servizi e sulla popolazione è ancora significativamente elevato».
L’impatto sul sistema sanitario
L’impatto dell’emergenza sanitaria sui servizi assistenziali sta diminuendo, e per la prima volta dalla fine di ottobre i tassi di occupazioni dei posti letto in terapia intensiva e le aree mediche risultano sotto la soglia critica a livello nazionale. 10 Regioni/PPAA hanno però ancora un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica. Le persone ricoverate in terapia intensiva passano dalle 2.731 del 21 dicembre alle 2.565 del 28. Diminuisce anche il numero di pazienti ricoverati in totale, da 25.145 a 23.932. Ma la situazione, avverte l’Iss, varia sensibilmente da regione a regione.
In copertina ANSA | L’ospedale di Tor Vergata a Roma, 26 novembre 2020.
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