Scuola, c’è il via libera dei prefetti per la riapertura: dal 7 al 15 gennaio lezioni in presenza al 50%
La decisione è presa. Il 7 gennaio le scuole potranno riaprire in presenza al 50%. La conferma arriva dalle prefetture che hanno dato il via libera ai documenti operativi per il coordinamento scuola – trasporti. Come ha fatto sapere una nota del Viminale, il periodo interessato dalla riapertura al 50% sarà dal 7 fino al 15 gennaio. La ministra all’Istruzione, Lucia Azzolina, si è detta «molto soddisfatta per il risultato raggiunto».
La riapertura del 7 gennaio è per la ministra «un lavoro di squadra di cui andare fieri», soprattutto per i complessi tavoli tenuti negli ultimi giorni con gli stessi prefetti. «Hanno permesso di elaborare misure specifiche, territorio per territorio, e subito operative» ha ribadito. Soddisfatta anche la ministra dei Trasporti Paola De Micheli: «Grazie a questo coordinamento la scuola ripartirà più sicura con più mezzi del trasporto locale e una riorganizzazione degli orari».
Nessuna deroga al tetto del 50%
Ad intervenire anche la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. «Si è trattato di un’operazione complessa», ha spiegato, «che ha consentito di individuare per tempo soluzioni differenziate a livello territoriale». L’accordo, secondo la ministra, è stato possibile grazie al collegamento «tra mondo scolastico e le risorse straordinarie stanziate per i trasporti». L’elogio anche da parte di Lamorgese è stato poi per i prefetti: «Hanno tutti svolto un’opera preziosa per la riapertura». Il 50% di lezioni in presenza, secondo quanto chiarisce il Viminale con una circolare, non è derogabile: «Si precisa che la percentuale del 50% rappresenta un elemento fisso, nel senso che la ripresa della didattica in presenza non potrà superare tale limite nell’arco temporale definito dalla stessa ordinanza, ovvero dal 7 al 15 gennaio».
Sileri: «Bene, ma ora non correre»
Il vice ministro alla Salute Pierpaolo Sileri ha commentato con prudenza la decisione della riapertura del 7 gennaio. «La scuola è un luogo sicuro ma deve essere reso sicuro anche tutto ciò che circonda la scuola», ha chiarito. L’invito del vice ministro è ora quello di «non correre», anche e soprattutto in vista «di una risalita dei casi prevista dalla seconda settimana di gennaio». Alla luce di una curva che può tornare a impennarsi, l’ipotesi di un passo indietro, anche rispetto alle decisioni prese sulla scuola, non è dunque per il ministro da scartare. «Dobbiamo essere pronti nel caso il virus rialzasse la testa».
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