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Germania, caos vaccini: nelle case di riposo c’è la lotteria delle dosi

02 Gennaio 2021 - 15:51 Felice Florio
La denuncia arriva dell’ex segretario di Stato del ministero della Sanità: nell’Rsa dov’è ricoverata sua madre, «si tira a sorte per chi deve essere vaccinato prima. Le dosi non bastano»

Persino l’ammiraglia della sanità in Europa, la Germania, con i suoi 30.208 posti letto in terapia intensiva, ha visto la sua aura di efficienza scricchiolare davanti all’ennesima sfida imposta dal Coronavirus. I vaccini scarseggiano, nonostante lo scatto in avanti dei tedeschi per acquistare dosi all’infuori dell’accordo europeo. Le prime avvisaglie della carenza dei farmaci anti-Covid arrivano dalle residenze per anziani. A far esplodere il caso, l’ex segretario di Stato del ministero della Sanità Lutz Stroppe: su Twitter, il politico ha denunciato quanto avvenuto nella casa di riposo dove si trova sua madre, 88enne. «Le vaccinazioni sono iniziate questa settimana, ma le dosi non bastano, e ora si tira a sorte chi deve essere vaccinato prima. La buona educazione mi impedisce di illustrare i miei sentimenti».

Un ulteriore imbarazzo per Jens Spahn, ministro della Sanità tedesco, già al centro delle polemiche per la penuria generale di vaccini. In seguito alle accuse di Stroppe, decine di utenti sui social hanno raccontato altri casi di Rsa in cui le somministrazioni dei vaccini non sarebbero estese a tutti i residenti per mancanza di dosi. Da Berlino, il presidente della Commissione sanità del Bundestag, Erwin Rueddel, ha commentato così il caso vaccini nelle Rsa: «In alcune strutture, le dosi vengono somministrate in modo arbitrario dalle squadre addette alle vaccinazioni a persone che non fanno parte dei gruppi prioritari. I Lander devono essere chiamati alle loro responsabilità».

Secondo i dati del Robert Koch Institut, il centro epidemiologico per il monitoraggio e la gestione della pandemia in Germania, sono 165 mila le dosi – dato del primo gennaio – inoculate ai cittadini tedeschi. Meno della metà, 71.500, sono state somministrate ai pazienti delle case di riposo, 39 mila dei quali sono persone con più di 80 anni.

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