Scuola, dopo il via libera dei prefetti le Regioni frenano. Bonaccini: «Se ci sono dubbi convocateci di nuovo»
Con un aumento del tasso di positività al Coronavirus, ovvero il rapporto tamponi/positivi, oggi al 17,6%, la riapertura della scuola – che ha avuto il via libera l’altro ieri dai prefetti -, il prossimo 7 gennaio, torna a generare dubbi. I numeri dei positivi e l’indice di contagiosità, infatti, sono rimasti alti anche durante la pausa di Natale, cosa che dunque azzera le previsioni formulate dopo l’entrata in vigore dell’ultimo Dpcm, con il quale il governo e parte della comunità scientifica attendevano un’inversione di marcia della curva epidemica. Il matematico Giovanni Sebastiani del Cnr è scettico sulla questione. Se aumenta notevolmente la circolazione del virus in Italia e inizia ad aumentare di conseguenza la pressione sulle unità di terapia intensiva, «gli eventuali effetti dei provvedimenti adottati prima di Natale potranno essere visibili solo a ridosso del 7 gennaio, data della possibile riapertura delle scuole». Il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, in queste ore ha sostenuto come sia prudente «mantenere inalterate per la scuola le misure di salvaguardia e prudenza attuate prima e di aspettare almeno la seconda settimana di gennaio».
Il parere delle Regioni
«Io credo sarebbe giusto che il governo nelle prossime ore ci riconvocasse e insieme prendessimo una decisione, in maniera molto laica», ha detto in serata il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, mettendo quindi in dubbio l’accordo siglato il 23 dicembre scorso tra gli Enti locali e il Governo per la ripartenza della scuola dopo l’Epifania. Il presidente del Veneto, Luca Zaia si è detto contrario al ritorno a scuola in presenza, così come anche la Regione Lazio e il suo assessore alla Sanità Alessio D’Amato. La Puglia di Michele Emiliano terrà domani, 3 gennaio, una riunione con le rappresentanze dell’istruzione, come riportato da la Repubblica. «In tempo di pandemia – fanno sapere dalla Regione – si ritiene che le famiglie debbano poter decidere di non esporsi ai rischi derivanti dalla frequenza obbligatoria a scuola, rischi che in classe esistono come in ogni altro luogo di comunità».
Il commento di Lucia Azzolina
«Non possiamo arrenderci e dobbiamo, ciascuno degli attori coinvolti, operare uniti, ricordandoci sempre del peso specifico che questa Istituzione ha nel percorso di ogni bambina e bambino, delle ragazze e dei ragazzi, nella vita del Paese. Arretrare sulla scuola, significa rinunciare a un pezzo significativo del nostro avvenire. Per questo non lo faremo». Così la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha commentato l’ipotesi di posticipare la ripresa scolastica.
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