Coronavirus, i numeri in chiaro. Pregliasco: «Stiamo sottostimando l’epidemia»
In Italia i nuovi contagi da Coronavirus ammontano a 14.245. I dati, contenuti all’interno del monitoraggio giornaliero pubblicato nel bollettino della Protezione Civile e del Ministero della Salute, arrivano a fronte di 102.974 tamponi eseguiti. Il totale dei test nel Paese raggiunge quota 26.926.279. I casi totale dall’inizio dell’emergenza sanitaria salgono a quota 2.155.446. Sono morte, nelle ultime 24 ore, 347 persone. Il totale delle vittime supera le 75 mila unità. «Temo le cose non andranno per il meglio», spiega Fabrizio Pregliasco, virologo, direttore sanitario dell’istituto Galeazzi di Milano e presidente dell’Anpas.
Professore, qual è la situazione di oggi?
«Il dato è che quello che si vede da due giorni è abbastanza preoccupante, a dirla breve i dati non sono affatto buoni. Stiamo infatti assistendo a una crescita delle degenze e delle terapie intensive. E oltretutto rimangono sempre alti i decessi. L’unico aspetto positivo è che oggi abbiamo più di 35 mila tamponi in più. Dall’andamento delle cose, temo ci sia una sottostima dell’epidemia, e una quota di infezioni superiori rispetto a quelle che risultano dal tracciamento».
Quanto influiranno i provvedimenti presi nel Dpcm di Natale?
«Con questo ultimo Dpcm bisogna tener conto che alcune persone, comunque, si sono spostate, e questo quasi sicuramente inciderà sull’andamento epidemico: il risultato non lo vedremo ora, ma lo vedremo tra una settimana o dieci giorni al massimo».
A dirla così, sembra non sia valso a nulla…
«Questo no, alcuni effetti sono tangibili: per strada gira meno gente e questo è già positivo. Ma è anche vero che un lockdown così non può andare avanti a lungo».
Cosa propone?
«Di velocizzare la vaccinazione».
A proposito di vaccini: quanto sono preoccupanti i problemi legati a ritardi e stime sballate delle dosi?
«In questo momento c’è un’ipersensibilità rispetto alle notizie sui vaccini».
Quindi le notizie di questi giorni non hanno alcun peso?
«Aspettiamo che si oli un po’ il meccanismo. La partenza ha dei ritardi fisiologici. Il momento delicato: è l’inizio di una grande sfida logistica, basta rodare i meccanismi. Quel che è certo è che più persone si vaccinano e meglio è».
E sulla ripresa della scuola, prevista per il 7 gennaio?
«Bisogna riaprire le scuole, bisogna farlo con attenzione al territorio. Coordinando bene le prefetture».
Alcuni suoi colleghi sostengono che la riapertura a settembre abbia contribuito in larga parta a una recrudescenza del virus.
«In realtà ci sono dati contrastanti sul tema. Però dopo 15 giorni dalla ripresa delle scuole è esplosa la seconda ondata».
Quindi?
«Bisognerà riaprire con una grande progressione e attenzione per il trasporto pubblico. Temo, in ogni caso, le cose non andranno per il meglio. Fra una decina di giorni avremo gli effetti dell’allentamento che le festività natalizie hanno determinato».
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