Il governo studia la nuova stretta dal 7 gennaio. Zona gialla rafforzata e chiusure nei weekend: ecco le ipotesi
I primi dati dell’anno sul contagio da Coronavirus in Italia non sono buoni. Il rischio è quello di un nuovo picco. E allora, in vista del 7 gennaio, quando l’Italia tornerà al sistema delle fasce di rischio, con le relative restrizioni anti-Covid differenziate per Regione, il governo lavora a una nuova stretta. Anche le zone del Paese che rientreranno in zona gialla saranno sottoposte a misure più rigide di quelle messe in campo a novembre, con il varo del lockdown a tre velocità. Non solo. Parallelamente, il governo sta valutando una modifica dei criteri che portano una Regione in una fascia di rischio più elevata, con l’obiettivo di rendere più facile il passaggio in zona arancione e rossa.
La proroga del divieto di spostamento
Sul primo fronte, riferisce il Corriere della Sera, l’ipotesi sul tavolo è quella di mantenere in vigore in tutta Italia, e dunque anche per le Regioni che dal 7 gennaio diventerebbero gialle, alcune delle misure messe in campo per le festività. Tradotto: almeno fino al 15 gennaio, bar e ristoranti potrebbero rimanere chiusi anche a pranzo. Non viene esclusa nemmeno la proroga delle restrizioni sugli spostamenti: anche in zona gialla, quindi, potrebbe rimanere il divieto di uscire dalla propria Regione, o addirittura dal Comune di residenza, al netto delle deroghe che già conosciamo. Questo almeno per una settimana, in attesa della scadenza del Dpcm attuale, fissata per il 15 gennaio.
Una zona rossa nazionale nei weekend
Sullo sfondo, riporta la Repubblica, resta in piedi l’ipotesi alternativa di una zona rossa nazionale nei giorni festivi e pre-festivi. Nei fine settimana chiuderebbero così bar, ristoranti, negozi, centri commerciali, e sarebbero vietati gli spostamenti non essenziali. Lo strumento potrebbe essere quello di un’ordinanza-ponte, che porti alla scadenza del Dpcm attualmente in vigore. L’alternativa è anticipare al 7 gennaio il nuovo Dpcm.
La modifica alle soglie dell’indice Rt
Sul secondo fronte, relativo alla modifica dei criteri di valutazione, si lavora a un ritocco delle soglie dell’indice Rt – che misura la trasmissibilità del contagio – utili a determinare il passaggio in zona arancione o rossa delle Regioni. Attualmente, la zona arancione scatta con un Rt di 1,25, quella rossa da 1,5. Secondo quanto riferisce la Repubblica, queste soglie potrebbero abbassarsi dello 0,25, e dunque rispettivamente a 1 e 1,25. Sulla base degli ultimi dati disponibili, rischierebbero la zona arancione, ma sarebbero proiettate verso il rosso, Calabria Liguria e Veneto. A rischio anche Basilicata, Lombardia, Puglia e, una settimana più tardi, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche.
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