Scontro tra Arcuri e le Regioni: «Vaccinate almeno 65 mila persone al giorno». La replica: «Mancano personale e siringhe»
Anche se Domenico Arcuri sottolinea come in Unione europea nessun Paese, tranne la Germania, abbia effettuato più vaccinazioni anti-Coronavirus, l’Italia resta lontana dall’obiettivo delle 65 mila somministrazioni al giorno, stabilito dallo stesso commissario straordinario per l’emergenza Covid. «Se vaccineremo meno di 65 mila persone al giorno la campagna vaccinale sarà un fallimento», ha detto Arcuri, che ieri, 2 gennaio, ha chiesto conto di criticità e ritardi in un duro confronto con le Regioni che procedono più a rilento. Nelle ultime 24 ore sono state vaccinate circa 17 mila persone: di questo passo per utilizzare le 470.700 dosi disponibili ci vorranno ancora tre settimane.
Alcune Regioni sono partite bene, evidenzia Arcuri: è il caso del Lazio ma anche del Veneto, che ieri ha superato il 24% di vaccinazioni sul totale di dosi disponibili e conta di smaltire tutte le fiale consegnate entro martedì. Tra le migliori c’è anche la Toscana dove più di un terzo degli ospiti delle Rsa è già stato vaccinato e dove circa un quarto delle dosi è stato somministrato. Bene anche il Piemonte, l’Umbria e il Friuli Venezia-Giulia, mentre la Puglia e l’Emilia-Romagna sono in recupero. Tre le Regioni che stanno arrancando ci sono invece la Lombardia, il Molise e la Calabria – dove le vaccinazioni iniziano domani.
La difesa delle Regioni
I responsabili dei centri ospedalieri assicurano che buona volontà e impegno ci sono, quello che manca è il personale. C’è carenza di operatori sanitari – in alcuni casi è stato necessario richiamare i medici in pensione – e anche di siringhe, lamentano alcune Regioni, mentre altre si trincerano dietro al tardivo aggiornamento dei dati che sarebbero in realtà più alti del totale riportato dal Governo.
In diverse Regioni – è il caso della Lombardia, dove stando ai dati di ieri era stato somministrato il 3% delle dosi Pfizer consegnate – una parte degli operatori sanitari è ancora in ferie. «Il vaccino è rimasto in frigo, la campagna massiccia partirà soltanto domani», dichiara a La Stampa l’assessore al Welfare in Lombardia Giulio Gallera. Lo stesso vale anche per alcune Regioni del Sud sotto il 10% di dosi somministrate. In Sardegna, le vaccinazioni potranno partire soltanto il 7 gennaio, sempre a causa del personale in ferie.
I ritardi per la Fase 2
In questo quadro, iniziano a preoccupare i ritardi per quanto riguarda la progettazione della Fase 2 della campagna vaccinale. Come ha ammesso il commissario straordinario, rispondendo a una domanda del giornale online ZetaLuiss, l’elenco completo dei centri vaccinali è ancora «in divenire».
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