Scuola, Regioni in ordine sparso. Chi chiude, chi temporeggia, chi è pronto a riaprire
Dopo un lungo confronto tra i membri dell’esecutivo, il Consiglio dei Ministri ha stabilito che il rientro in classe per gli alunni delle scuole elementari e medie avverrà il 7 gennaio, mentre la riapertura delle superiori è stata fissata per l’11 gennaio, con una presenza iniziale al 50%. Ma, al netto della linea del governo, numerose Regioni hanno deciso di fare a modo proprio, emettendo ordinanze restrittive, a partire dal Friuli-Venezia Giulia e dal Veneto, le prime ad annunciare ieri lo slittamento della ripartenza. Ecco di seguito la situazione da Nord a Sud.
La riapertura slitta in Veneto, Friuli, Marche, Sardegna e Campania
A muoversi in anticipo sono state, oltre al Veneto e al Friuli, le Marche, la Sardegna e la Campania. Luca Zaia ha già firmato un’ordinanza regionale in cui viene prorogata la didattica a distanza in Veneto per gli studenti delle scuole superiori. Sulla stessa onda si pone il governatore Massimiliano Fedriga che ha preannunciato un’ordinanza per far rientrare progressivamente in aula gli studenti delle superiori del Friuli-Venezia Giulia non prima della fine di gennaio. Stesso discorso per le Marche, dove il presidente della regione, Francesco Acquaroli, ha annunciato per la giornata di oggi, 5 gennaio, un’ordinanza in cui si dispone il prosieguo della Dad, per tutti gli studenti e le studentesse delle superiori, sino al 31 gennaio.
In Sardegna, Christian Solinas sta preparando un’ordinanza apposita per far ripartire le scuole di ogni ordine e grado il 15 gennaio, con il 50% degli studenti in presenza. Per la Campania, il governatore Vincenzo De Luca propende per un rientro progressivo scaglionato nel tempo per le diverse classi, dalle elementari alle superiori: l’11 gennaio rientreranno a scuola gli alunni delle scuole dell’infanzia e della prima e seconda elementare; per il 18 gennaio, in base ai dati epidemiologici, si valuterà il rientro in classe degli studenti della terza, quarta e quinta elementare. Infine, gli studenti di medie e superiori dovrebbero rientrare in classe il 25 gennaio, al 50%.
In Piemonte gli studenti delle scuole superiori torneranno in classe il 18 gennaio «compatibilmente con l’andamento dell’epidemia», stabilisce l’ordinanza che il presidente della Regione Alberto Cirio firmerà nelle prossime ore. Elementari e medie riprenderanno in presenza il 7 gennaio.
Ripartenza in sospeso in Lombardia, Liguria, Lazio, Calabria e Puglia
Le regioni pronte a ripartire, seppur aperte a slittamenti per le scuole superiori, sono Lombardia, Liguria, Lazio, Calabria e Puglia. La Lombardia guidata da Attilio Fontana si è detta pronta alla riapertura, ma mantiene una linea di cautela in vista del nuovo monitoraggio della cabina di regia previsto per venerdì 8 gennaio.
Sulla stessa lunghezza d’onda della Lombardia si pone la Liguria, con Giovanni Toti che non vuole riaprire le scuole senza sapere se cambierà il colore della regione a partire dall’11 gennaio. Dubbi anche nel Lazio, dove la linea del governatore Nicola Zingaretti è quella di rispettare le date decise dal governo, ma con un occhio sempre all’indice Rt regionale. Attualmente in sospeso, ma già indirizzate prevalentemente verso un’ulteriore proroga, ci sono poi la Calabria e la Puglia, i cui dati epidemiologici non fanno ben sperare e di conseguenza decideranno nelle prossime ore sul da farsi.
Si riapre in Valle d’Aosta, Toscana, Umbria, Abruzzo, Basilicata, Sicilia, a Bolzano e Trento
Infine tra le regioni che si sono già dette pronte a far rientrare gli alunni secondo il calendario stabilito dal Consiglio dei Ministri figurano la Valle d’Aosta, le Province autonome di Bolzano e Trento, la Toscana, l’Umbria, l’Abruzzo, il Molise, la Basilicata (ad eccezione delle scuole di Vietri di Potenza dove è stato rilevato un focolaio di Covid-19) e la Sicilia. Insomma, una situazione frammentata e in divenire, anche se a incidere saranno le decisioni della cabina di regia previste per venerdì 8 gennaio e che entreranno in vigore da lunedì 11, con gli ingressi di alcune Regioni in fascia rossa e arancione che prevederebbero la didattica a distanza per il 100% degli studenti delle superiori.
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