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Due Parlamenti, due presidenti, un Paese: cosa succede in Venezuela? Maduro tenta di strappare l’Assemblea nazionale a Guaidó

05 Gennaio 2021 - 23:30 Felice Florio
A un mese dalle elezioni dell’Assemblea nazionale, considerate una farsa da buona parte della comunità internazionale, i militari fedeli a Maduro circondano la residenza di Caracas dell’oppositore: si teme per la sua incolumità

Lo stallo politico in Venezuela continua a perpetuarsi a colpi di interpretazioni costituzionali e intimidazioni messe in atto dai militari. Oggi, 5 gennaio 2021, nonostante le forze di polizia fedeli a Nicolás Maduro avessero circondato la casa del rivale Juan Guaidó per alcune ore, il presidente dell’Assemblea nazionale eletta nel 2015 – il Parlamento del Paese – è riuscito a raggiungere la sede dove si è riunita l’Assemblea nazionale. O meglio, l’Assemblea considerata legittima da buona parte della comunità internazionale, ma non dal presidente della Repubblica venezuelana, Maduro. Mentre Guaidó ha presieduto la sessione di inizio del cosiddetto periodo di continuità costituzionale con valenza 2021-2022, nella sede storica dell’emiciclo venezuelano, i 253 nuovi parlamentari eletti il 6 dicembre 2020 hanno celebrato l’insediamento dell’Assemblea affiggendo nell’aula un grande ritratto di Hugo Chavez. Le consultazioni di un mese fa, nelle quali sono stati eletti i fedelissimi di Maduro, sono state ritenute «una farsa» da parte delle opposizioni: non partecipandovi, hanno consegnato al delfino di Chavez, Maduro, l’ultima istituzione che non controllava.

EPA/MIGUEL GUTIERREZ | I ritratti di Simon Bolivar e Hugo Chavez portati in marcia dai parlamentari per le strade di Caracas

Il cortocircuito istituzionale degli ultimi anni, in cui lo stesso Maduro aveva esautorato le funzioni dell’Assemblea nazionale dopo l’autoproclamazione a presidente ad interim di Guaidó, non si esaurisce con l’insediamento dei deputati chavisti. Alle contestate elezioni del 6 dicembre ha partecipato soltanto il 31% degli aventi diritto: la popolazione sembrerebbe aver accolto l’invito di Guaidó a non prestarsi alla «truffa» di Maduro, così da non legittimare la nuova Assemblea e far rimanere in carica l’Assemblea eletta nel 2015. Sono oltre 50 i governi internazionali, tra cui Stati Uniti e Spagna, a considerare Guaidó il presidente legittimo del Venezuela. Adesso, però, si teme per la sua incolumità: la manifestazione di forza degli organi di polizia, che hanno assediato la residenza di Guaidó a Caracas, preoccupa l’entourage del presidente ad interim. Il quale, sui social, ha lanciato l’allarme: «Questo è il metodo della dittatura e per il quale sono additati per crimini contro l’umanità. Mentre la dittatura cerca di generare terrore e militarizza il Parlamento, noi avvieremo il nuovo anno di lavoro della legittima Assemblea nazionale».

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