Nel Regno Unito è consigliato iniettare dosi di vaccini diversi?
Un quotidiano fa notare presunte contraddizioni delle linee guida sui vaccini. Un’altra testata riporta le affermazioni della caporedattrice di una importante rivista scientifica, la quale chiede una rettifica. Succede in Italia? No, succede tra Stati Uniti e Regno Unito. Sono coinvolti rispettivamente, il New York Times, la BBC e il British Medical Journal. Ma attenti a parlare di «confusione».
Il New York Times ha riportato il primo gennaio 2021 che nel Regno Unito sarebbe consigliato mischiare e abbinare vaccini diversi. Nel Paese è in corso la vaccinazione con le dosi di Pfizer e AstraZeneca. Così, nel caso le scorte relative alla prima dose di un vaccino fossero venute a mancare, sarebbe raccomandato il richiamo con un altro «disponibile localmente».
«If a second dose of one vaccine isn’t available, another may be substituted, according to the guidelines», riporta il NYT.
Quindi, in caso di carenza, chi si vaccinasse la prima volta con Pfizer (basato su un frammento di RNA) potrebbe fare il richiamo con AstraZeneca (basato su un adenovirus). Ma le cose sono più complicate di così – lo spiega anche il NYT – come vedremo.
Tutto questo avrebbe suscitato piccate critiche da parte di diversi esperti. Eppure dalle specifiche di Pfizer, avevamo già capito che era sconsigliato mischiare vaccini diversi. Secondo Fiona Godlee, caporedattrice del British Medical Journal, il NYT deve correggere il suo articolo in quanto «fuorviante», come riporta la BBC il 3 gennaio. Al momento risulta aggiornato il titolo rispetto alla versione originale del primo gennaio. Lo spieghiamo meglio alla fine.
- Per maggiori informazioni consigliamo la lettura della nostra Guida ai vaccini anti-Covid.
Per chi ha fretta
- Il New York Times riporta delle linee guida apparentemente contraddittorie che smentiscono il principio in base al quale non si potrebbero mischiare dosi di vaccini diversi;
- La caporedattrice del British Medical Journal manda una lettera al NYT, ritenendo le sue affermazioni fuorvianti, chiedendo di correggerle;
- La BBC riporta tali affermazioni, chiarendo le circostanze straordinarie previste dalle linee guida, in cui effettivamente è previsto di mischiare dosi diverse di vaccino.
Perché incrociare i vaccini «sarebbe male»
Il NYT riferisce di un «regime vaccinale mix-and-match» che sarebbe stato disposto dalle linee guida della Sanità britannica. Si evincerebbe quindi, che «se una seconda dose del vaccino originariamente ricevuto da un paziente non è disponibile, o se il produttore [della prima dose] non è noto, un altro vaccino può essere sostituito».
Il quotidiano riporta anche che «questa opzione è preferibile se è probabile che l’individuo sia ad alto rischio immediato o è ritenuto improbabile che partecipi di nuovo». Si fa notare inoltre, che tutto questo sarebbe in contraddizione con le disposizioni dei CDC americani (Centers for Disease Control and Prevention), dove si riporta chiaramente che i vaccini «non sono intercambiabili».
Abbiamo visto inoltre, che la contraddizione sussiste anche nelle avvertenze di Pfizer/BioNTech. Intendiamoci, questo non in virtù di eventi avversi dimostrati. Allo stesso modo, non sappiamo se questo «mescolare e abbinare» garantirebbe altrettanta efficacia.
La maggiore preoccupazione è quella di non sortire un pieno funzionamento. Sarebbe infatti poco sensato cominciare la vaccinazione con una dose di vaccino che funziona in un modo, e concluderla col richiamo di un altro, che funziona diversamente.
Eppure nelle stesse linee guida leggiamo che «in queste circostanze, poiché entrambi i vaccini sono basati sulla proteina spike, è probabile che la seconda dose aiuti ad aumentare la risposta alla prima dose».
Effettivamente entrambi i i vaccini hanno lo scopo di far produrre alle nostre cellule il solo antigene virale (la glicorpoteina Spike (S), ovvero gli «uncini» che permettono al virus di legarsi ai recettori delle cellule. In questo modo viene stimolato il Sistema immunitario a riconoscere e combattere il virus vero a proprio.
La richiesta di rettifica del British Medical Journal
Secondo quanto afferma Godlee, le affermazioni riportate dal NYT sarebbero fuorvianti. L’ente che monitora la vaccinazione anti-Covid nel Regno Unito, il JCVI (Joint Committee on Vaccination and Immunisation), non consiglia affatto la miscelazione di vaccini diversi, partendo con uno e facendo il richiamo con un altro dodici settimane dopo. Possibile che il NYT si sia inventato tutto di sana pianta? Non proprio.
Il NYT sarebbe reo di non aver spiegato bene che si tratta di una condizione d’emergenza piuttosto rara, nella quale un sistema sanitario disorganizzato non abbia previsto uguali scorte per la prima e seconda iniezione, o addirittura non si sappia quale sia la prima dose ricevuta da un paziente.
Tuttavia il quotidiano americano sembra contestualizzare fin dalle prime righe le circostanze particolari in cui questo potrebbe avvenire. La stessa dottoressa Mary Ramsay, intervistata dalla BBC, afferma che solo in questi casi estremi sarebbe «meglio dare una seconda dose di un altro vaccino che non farlo affatto».
Il New York Times ha fatto disinformazione?
Secondo il National Health Service, che si rifà alle linee guida del JCVI «la seconda dose di ogni persona deve provenire dallo stesso produttore della prima dose». La fonte del New York Times fa invece riferimento alle disposizioni operative, dove possiamo leggere (pag. 12) dell’eventualità di un mix tra vaccini diversi:
«Per le persone che hanno iniziato il programma e che partecipano alla vaccinazione in un sito in cui lo stesso vaccino non è disponibile, o se il primo prodotto ricevuto è sconosciuto, è ragionevole offrire una dose del prodotto disponibile localmente per completare il programma».
Poi il documento prosegue restringendo ulteriormente le circostanze:
«Questa opzione è preferibile se è probabile che l’individuo sia ad alto rischio immediato o è ritenuto improbabile che partecipi di nuovo. In queste circostanze, poiché entrambi i vaccini sono basati sulla proteina spike, è probabile che la seconda dose aiuti ad aumentare la risposta alla prima dose».
Sono le stesse cose che riporta il NYT, fin dalla pubblicazione avvenuta il primo gennaio, come possiamo verificare nella copia cache dell’articolo. A quanto si potrebbe evincere dall’articolo della BBC, secondo Godlee, il quotidiano americano dovrebbe spiegare meglio che tali circostanze sono straordinarie, riportando anche quanto chiarito dal JCVI, che stabilisce di non effettuare mix tra vaccini diversi.
«Fiona Godlee ha sottolineato nella sua lettera al NYT che non era una raccomandazione. Ha detto che il titolo del NYT in cui si dice che le linee guida del Regno Unito affermano che tali sostituzioni “possono accadere” è “seriamente fuorviante” – continua la BBC – La signora Godlee ha affermato che il Comitato congiunto per la vaccinazione e l’immunizzazione (JCVI) non consiglia di mescolare e abbinare, in altre parole, avere un vaccino e poi uno diverso 12 settimane dopo».
Titolo corretto: gli esperti non sono «confusi» ma «preoccupati»
Quel che sembra aver innervosito i britannici sembrerebbe quindi il tono del titolo iniziale: «Britain Opts for Mix-and-Match Vaccinations, Confounding Experts» (La Gran Bretagna opta per vaccinazioni combinate, confondendo gli esperti). Aggiornato il 4 gennaio: «Britain Opens Door to Mix-and-Match Vaccinations, Worrying Experts» (La Gran Bretagna apre le porte a vaccinazioni combinate, preoccupando gli esperti).
Il messaggio cambia, anche se parliamo di sfumature: da una parte il Regno Unito sembra raccomandare un mix di vaccini, con un contorno di esperti confusi; dall’altra viene riconosciuta l’eventualità straordinaria in alcune linee guida, e gli esperti – preoccupati ma sicuri – vigilano.
Conclusioni:
Non ci sembra che il New York Times abbia fatto disinformazione, anche se le proteste di Fiona Godlee del British Medical Journal non sono campate in aria. Effettivamente le circostanze straordinarie in cui si potrebbe eseguire un mix tra vaccini diversi, potrebbero non essere colte, dando un’immagine fuorviante della situazione britannica all’opinione pubblica.
Anche se ci risulta un aggiornamento nel titolo dell’articolo del NYT un giorno dopo quello della BBC, non sappiamo se questo è avvenuto a seguito della lettera di Godlee – di cui parla l’emittente britannica – o per altre scelte editoriali.
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Foto di copertina: geralt | Vaccinazione anti-Covid.
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