Coronavirus, nuovo picco di contagi nel Regno Unito: 62 mila casi e oltre mille decessi in 24 ore
Un’altra giornata nera per il Regno Unito. Il numero delle persone contagiate dal Coronavirus nel Paese continua a salire drammaticamente e, da quando ha cominciato a diffondersi la variante Covid, a ritmi superiori rispetto al passato. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 62.322 nuovi positivi, a fronte di quasi 500.000 tamponi analizzati. Non si era mai registrato un incremento di infezioni tanto elevato da inizio pandemia. Per quanto riguarda le vittime, nell’ultimo giorno i dati ufficiali parlano di 1.041 decessi legati al Covid. Sono numeri che superano di gran lunga quelli registrati nel corso della prima ondata in primavera. Basti pensare che il Paese ha registrato fino ad ora il bilancio peggiore in termini di decessi in tutta Europa: 77.346 da inizio pandemia.
Stando alle analisi del centro di statistica nazionale, oltre un milione di persone nel Regno Unito – vale a dire il 2% dell’intera popolazione – è risultato positivo al Coronavirus in una manciata di giorni, e più precisamente nell’arco di tempo che va dal 27 dicembre e il 2 gennaio. Se si guarda alla capitale, le cose vanno ancora peggio, con gli ospedali allo stremo, costretti a convertire interi reparti ordinari in sale di terapia intensiva per la cura dei malati di Covid. In particolare, a Londra, tra il 27 dicembre e il 2 gennaio, un residente su 30 – circa il 3% – è stato infettato dal virus. Nell’ultima settimana, sono stati ricoverati in media 3mila pazienti al giorno negli ospedali del Paese.
Johnson studia nuove misure
Intanto, l’esecutivo britannico – che due giorni fa ha deciso per il terzo lockdown nazionale – è al lavoro per studiare ulteriori misure anti-Covid. La prossima ipotesi al vaglio è quella di «proteggere i confini» del Regno Unito dalla minaccia di ulteriori contagi in ingresso e di nuove varianti, come quella intercettata in Sudafrica. Ad annunciarlo stamani in Parlamento è stato Boris Johnson che ha accennato a «misure ulteriori per fermare la riammissione del virus dall’estero». Si parla di un test negativo obbligatorio, fatto nelle 72 ore precedenti, per chiunque viaggi verso il Regno Unito e forse di un secondo tampone all’arrivo.
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