Dio, Martin Luther King e battaglie: chi è Raphael Warnock il primo senatore afroamericano della Georgia
Alla fine, nell’anno in cui i democratici hanno riconquistato la Georgia dopo quasi 30 anni, lo stato di Martin Luther King elegge il suo primo senatore afroamericano. Il reverendo Raphael Warnock, figlio a sua volta di un pastore e di una donna che, come ha raccontato il neo-senatore nel suo discorso dopo la vittoria, a 82 anni ha scelto con le stesse mani con cui raccoglieva il «cotone degli altri» di votare per il figlio più giovane, l’undicesimo di dodici. Alla fine nel ballottaggio del 5 gennaio è riuscito battere la candidata repubblicana Kelly Loeffler, eletta al Senato il 6 gennaio 2020, tra i politici più ricchi al Congresso, con un margine di circa 49 mila voti.
Dall’infanzia nelle case popolari all’alleanza con Abrams
Cresciuto nelle case popolari di Savannah, quasi al confine con la Carolina del Sud, Warnock occupa da 15 anni il ruolo che fu di Martin Luther King nella Ebenezer Church ad Atlanta, dove nel 2007 è diventato il pastore più giovane della storia della chiesa battista. Per Warnock, che all’epoca aveva meno di 40 anni (oggi ne ha 51), era il coronamento di una vocazione iniziata sin da bambino ovvero da quando all’età di 11 anni fece il suo primo sermone (amici e parenti lo chiamavano il “piccolo Rev”). Seguendo le orme del padre, Warnock si era dato alla fede, ottenendo il primo incarico religioso a 22 anni, ma anche allo studio. Grazie a una borsa di studio si è laureato al Morehouse College di Atlanta, alma mater di MLK, e successivamente aveva proseguito i suoi studi all’Union Theological Seminary di New York, ottenendo due master e un dottorato.
A fargli da guida in quegli anni era un’idea fissa: la religione come “coscienza del popolo” e l’importanza della chiesa nelle battaglie per i diritti civili e per la giustizia. Una volta arrivato ad Atlanta e al pulpito più famoso degli Stati Uniti, si è tolto i panni dello studioso e ha indossato quelli camaleontici della star: dai maglioni da buon padre di famiglia, alla tunica da pastore passando per gli abiti eleganti degli eventi politici o degli incontri con le celebrità che passavano per Atlanta. Quando nel 2012 il ragazzo afroamericano Trayvon Martin venne ucciso da George Zimmerman perché indossava un maglione con il cappuccio dall’aspetto “sospetto”, Warnock pronunciò un sermone indossando proprio un hoodie.
Con l’intonazione ritmata tipica di quella tradizione religiosa del Sud e rispondendo al coro di “C’mon Rev”, Warnock ha trasformato quel pulpito in un campo di battaglia, senza risparmiarsi prese di posizione scomode, come quando decise di andare contro un membro del suo “gregge”, che all’epoca era l’attorney general dello Stato, difendendo un giovane afroamericano accusato di una relazione sessuale non consensuale, o battendosi contro il sessismo e l’ostracismo nei confronti della comunità LGBTQ+, anche all’interno della chiesa. Decisivo fu l’incontro con Stacey Abrams, la prima donna afroamericana ad essere candidata a governare lo Stato nel 2018, con cui ha condiviso il New Georgia Project, un’iniziativa finalizzata a far registrare sacche di popolazione che non avevano mai votato prima, i cui risultati si sono visti anche in quest’ultima tornata elettorale.
Il candidato «radicale e pericoloso»
Non mancano alcune ombre nella sua storia, a partire dalle accuse (mai confermate) di violenza nei confronti dell’ex moglie, o l’arresto con l’accusa (poi caduta nel nulla) di voler ostacolare un’inchiesta sui presunti atti di bullismo in una struttura religiosa nel Maryland. Casi che la sua sfidante Loeffler ha cercato di sfruttare a proprio vantaggio. A rendere la campagna elettorale ancora più acrimoniosa è la posta in gioco al Senato, che potrebbe definire il futuro della presidenza Biden. Anche per questo i repubblicani in Georgia gli hanno fatto la guerra, colpendo Warnock anche per colpire l’altro candidato dem al secondo ballottaggio, Jon Ossoff. Pur di metterlo in cattiva luce hanno citato fuori contesto spezzoni dei suoi sermoni in modo tale da dipingerlo come un candidato dalle vedute estreme su temi sensibili come il ruolo di Israele nel Medio Oriente o della fede nell’esercito americano.
Non sono neppure mancate le accuse di socialismo, ormai un classico della retorica repubblicana nei confronti dei candidati dem. «Warnock è il candidato più radicale e pericoloso ad aver mai cercato di essere eletto al Senato, sicuramente nello Stato della Georgia, e non condivide i vostri valori», è stato il monito del presidente Trump durante un comizio a Dalton lunedì, alla vigilia delle elezioni.
Ma è servito a poco, come è servito a poco il tentativo del presidente di forzare il segretario di Stato della Georgia a trovare quei 11-12 mila voti che lo hanno separato da Biden nelle elezioni di novembre. Loeffler, che a gennaio era subentrata a un altro senatore, Johnny Isakson, ritiratosi per ragioni di salute, ha impostato la sua campagna sull’opposizione, distinguendosi per poco se non per la ricchezza (condivisa con il marito, con cui possiede anche una società che controlla lo Stock Exchange di New York) e qualche scelta a dir poco discutibile, come il fatto di condividere una piattaforma con Marjorie Taylor Greene, deputata QAnon.
Salute, lavoro, giustizia
Demonizzare il pastore della chiesa di Ebenezer ad Atlanta, casa spirituale non solo di Martin Luther King Jr ma anche di John Lewis, altra icona dei diritti civili degli afroamericani mancato nel 2020, evidentemente non è servito a molto. Alle accuse dei repubblicani Warnock ha risposto con uno slogan che spuntava dai podi dei suoi comizi: «salute, lavoro e giustizia». Salute, perché nello Stato della Georgia gli afroamericani rappresentano circa un terzo della popolazione ma quasi l’80% dei ricoverati per il Coronavirus. Lavoro, perché con l’epidemia la disoccupazione tra i neri è cresciuta molto di più che tra i bianchi, anche nella città di Atlanta.
E infine giustizia, perché il 2020 è stato, oltre all’anno del Coronavirus anche quello della morte di George Floyd e delle proteste di Black Lives Matter. Prima ancora di Floyd, il 23 febbraio del 2020 in Georgia moriva un uomo afroamericano di 25 anni, Ahmaud Arbery, ucciso, secondo l’accusa, da due uomini bianchi, padre e figlio, al termine di un alterco avvenuto dopo che i due lo avevano inseguito in macchina mentre faceva jogging. Un caso come molti altri nella storia della Georgia e degli Stati Uniti. Ma, come ha sottolineato Warnock nel suo discorso, anche la sua storia fa parte della storia del Peach State. «Stasera vi parlo da americano e da orgoglioso figlio della Georgia». Adesso potrà farlo anche da Washington D.C., dove nell’agosto del 1963 Martin Luther King diede il suo celebre discorso.
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