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«Non rinunciare mai alle tue armi». Viaggio dentro TheDonald, il rifugio online dei più accaniti sostenitori di Trump

08 Gennaio 2021 - 18:06 Valerio Berra
Il giorno dell’assalto a Capitol Hill oltre il 50% dei commenti pubblicati incitavano a trasformare la manifestazione in una rivolta. 48 ore dopo le conversazioni non si sono placate

Keyboard warrior. Secondo UrbanDictionary, una persona che è incapace di esprimere la sua rabbia attraverso la violenza fisica e che quindi decide di usare la violenza verbale in rete. Nel gergo italiano, leoni da tastiera. La sera del 6 gennaio, mentre Capitol Hill veniva assaltata dai sostenitori di Trump, è stato chiaro che queste definizioni non funzionano poi così tanto. Chi passa le giornate e seminare violenza sul web, prima o poi quella violenza vuole metterla in pratica davvero. A 48 ore dall’attacco al Congresso Usa siamo stati nel forum TheDonald, il rifugio dei più accaniti sostenitore del (quasi) ex presidente degli Stati Uniti.

In fuga da Reddit

THEDONALD | L’home page della piattaforma pro-Trump

Reddit non è un social molto diffuso in Italia. Eppure è una delle fucine di meme e subculture più attive del web. Senza addentrarci troppo nei suoi cunicoli, Reddit è strutturato come se fosse una sorta di contenitore di mini-forum. Chiunque può creare quello che in gergo si chiama un subreddit per discutere di un argomento in modo verticale. Uno di quelli diventati più famosi negli ultimi anni è stato r/The_Donald, uno spazio dedicato solo ai sostenitori di Donald Trump. È stato creato nel 2015 ed è cresciuto talmente tanto da arrivare a 790 mila utenti. Una community grande ma non esattamente inclusiva. Il 29 giugno 2020 Reddit ha deciso di chiudere r/The_Donald. Troppi commenti razzisti, troppi incitamenti all’odio e troppe fake news.

Come successo già per altri social, gli utenti che si sono incontrati qui non hanno rinunciato a interagire tra di loro ma si sono spostati da un’altra parte. È così che è nato il forum TheDonald.win. (Sì, il dominio è proprio questo). Il gruppo di ricerca no profit Advance Democracy ha calcolato che il 4 gennaio oltre i 50% dei commenti pubblicati su questo forum incitavano a trasformare la protesta andata in scena il 6 gennaio in una serie di scontri violenti. Ed è proprio qui che abbiamo cercato di capire la reazione dei sostenitori più accanti di Trump il giorno della resa, quello in cui il Presidente ha detto che garantirà una «transazione pacifica» dei poteri.

L’eterno ritorno al 1776

THEDONALD | Gli utenti di TheDonald contro le istituzioni Usa

Uno dei grandi miti citati su TheDonald è il 1776, l’anno in cui gli Stati Uniti firmarono la Dichiarazione di Indipendenza. Un anno che viene citato spesso, con la giustificazione che quando bisogna combattere una battaglia non è necessario seguire le legge. Scrive Thomas 1963-1967, «Dobbiamo smettere di giocare secondo le regole. Nel 1776 gli inglesi marciarono e giocarono secondo le regole. Noi invece ci siamo nascosti dietro gli alberi e le rocce pure di sparargli addosso». Una rivoluzione, quella proposta su TheDonald, che è contro lo Stato ma sempre condita da un distorto senso di patriottismo. «Noi non distruggiamo l’America, noi distruggiamo le istituzioni che distruggono l’America», scrive crazyfingers619.

Due pesi, due proteste

All’interno del forum sono molti gli utenti che paragonano l’attacco a Capitol Hill con le proteste del movimento Black Lives Matter. «I media ci definiranno come terroristi, mentre gli esponenti del movimento Blm (che si sono proclamati marxisti/terroristi che vogliono rovesciare gli Stati Uniti) vengono definiti come attivisti», scrive 1A2A. Una contrapposizione netta quindi tra i sostenitori di Trump e gli attivisti di Blm, tanto che per battere la fazione nemica diventa necessario preparare le armi, come si legge da questo dialogo. Aristones: «Io sono pronto a morire per la libertà delle prossime generazioni. Loro lo sono?». Nancypelosisoldiver: «Sì, lo sono. Non rinunciare mai alle tue armi».

La propaganda dei Democratici

THE DONALD | Uno dei meme sul sistema mediatico contro Trump

L’odio verso il sistema mediatico è comune nei movimenti populisti, particolarmente accentuato in questo caso. Uno dei principali account di informazione sul social di destra Parler si chiama @MurderTheMedia. Non esattamente un nickname conciliatorio. Un odio che si è esteso anche ai social media dopo la decisione presa da Facebook di bannare Trump a tempo indertminato.

Commies-aint-people paragona il sistema mediatico, a sua detta curato dai Democratici, a quello gestito da Joseph Goebbles, il ministro della Propaganda del Terzo Reich Nazista: «Hanno alle spalle la più grande rete di propaganda nella storia dell’Occidente. Il 100% delle comuncazioni e delle informazioni arrivano dai loro alleati dei media e dei social media. Gobbles (scritto proprio così, ndr) non avrebbe potuto nemmeno sognare un sistema del genere».

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