Veneto, l’assessora all’Istruzione canta Faccetta Nera in radio. «Mussolini ha fatto tante cose buone»
Dimissioni subito e un’indagine con l’ipotesi di reato di apologia del fascismo: è questa la richiesta di alcuni esponenti di centrosinistra all’indirizzo di Elena Donazzan, assessora all’Istruzione della Regione Veneto in quota Fratelli d’Italia. Nel corso della trasmissione La Zanzara, su Radio 24, Donazzan ha intonato Faccetta nera, raccogliendo la provocazione dei conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo. La richiesta era di scegliere tra Bella Ciao e Faccetta Nera: l’assessora ha allora detto di ricordare il motivo fascista, che ha ascoltato fin da bambina in famiglia. A far notare l’episodio è stato il coordinamento di Il Veneto che vogliamo, una lista civica che ha appoggiato il candidato presidente Arturo Lorenzoni alle ultime regionali.
Scaramuzza (Articolo Uno): «Clima di intollerabile revisionismo»
«Questo clima di intollerabile revisionismo che ha ormai sdoganato il fascismo manifesto di una figura istituzionale è il simbolo di una regressione culturale e civile», dice il coordinamento in un comunicato. «Che tipo di scuola ha in mente Donazzan, sempre che fra una canzonetta fascista e l’altra possa avere spazio per occuparsi di scuola, forse ha in mente quella del ventennio quando gli insegnanti che non erano fascisti venivano licenziati?». E Gabriele Scaramuzza, segretario regionale di Articolo Uno, chiede al presidente della Regione Luca Zaia di rimuovere Donazzan dal suo ruolo: «Oppure avalla la sua assessora?».
In copertina ANSA | Elena Donazzan.
Leggi anche:
- Coronavirus, in Veneto sono 1.715 i nuovi casi. 38 i decessi
- Sospesa dai social l’assessora veneta che ha cantato Faccetta nera. Donazzan accusa: «Uccisa da Facebook & co, è pulizia etnica del pensiero»
- Coronavirus, in Veneto 2.134 nuovi positivi e 166 morti. Zaia: «Le curve non migliorano. Siamo preoccupati» – Il video
- Torna puntuale il calendario di Mussolini in vendita a Predappio. Il sindaco: «Reati? Valuteranno le autorità»
- La famiglia di giorno, l’orgia gay di notte. Dal fascismo all’Ungheria di Orban, la doppia morale del potere – L’intervista
- Per la Cassazione non è reato intitolare un mausoleo a un gerarca fascista
- Colleferro, Liliana Segre sull’omicidio di Willy: «È una sconfitta personale, siamo ancora pervasi dalla mentalità fascista»
- «Vanno marchiati a fuoco come gli ebrei. Meglio il Covid di loro»: il delirio dell’ex candidato sindaco di Pordenone contro i “comunisti” – Il video