La prima consegna del vaccino Moderna solo alle Regioni virtuose. Arcuri: «Nessuna punizione, la fornitura è troppo piccola»
Suona come una specie di punizione l’ipotesi che oggi lega l’Italia alla consegna delle prime 47 mila dosi di vaccino Moderna contro il Coronavirus prevista nelle prossime ore. Riceveranno la prima tranche di fornitura solo le Regioni “virtuose”, quelle cioè che in questa prima fase stanno dimostrando di riuscire a smaltire, attraverso un numero elevato di somministrazioni, più rapidamente le dosi. Niente premio per le ultime in classifica che quindi vedranno distribuito solo il terzo carico di Pfizer arrivato in Italia nella giornata di ieri.
Ma dal team di lavoro del commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, raggiunto da Open proprio durante le complesse ore di decisione sull’ipotesi, arrivano rassicurazioni. «Nessuna punizione e nessun allarme sulla mancanza di dosi», fanno sapere, «piuttosto un sistema pensato ad hoc per il caso di una fornitura molto piccola come quella arrivata da Moderna in questa prima tranche».
Un sistema di valutazione circoscritto quindi che, secondo quanto si apprende dal governo, non dovrebbe essere allo stesso modo valido per le prossime forniture più grandi in arrivo. «Teniamo conto che 47 mila dosi sono meno del numero di fornitura Pfizer riservato generalmente a Regioni come Campania e Lombardia, per questo è parsa evidente la necessità di un differente criterio di ripartizione. Dalla prossima tranche di 100 mila vaccini Moderna, non sarà altrettanto necessario», spiegano ancora dal governo.
Riguardo ai criteri che nomineranno i territori più “virtuosi” si apprende che la percentuale di somministrazione di dosi potrebbe essere non l’unico riferimento. «Dalla logistica agli hub delle aziende sanitarie locali dove ci sono molte persone ancora da vaccinare, al rafforzamento delle squadre che operano la somministrazione», continuano dalla squadra di Arcuri, ribadendo come, alla luce delle ultime dosi di Pfizer ricevute ieri, «la scelta non sia una questione di dosi che mancano». Riguardo alle tempistiche, la decisione sarà presa con buona probabilità sulla base della gestione dei due lotti precedenti consegnati ai singoli territori, e quindi andando indietro di circa 14 giorni.
«La vaccinazione di massa contro il Covid-19 non è un concorso a premi, il governo smentisca l’indiscrezione», ha tuonato nelle ultime ore il deputato di Forza Italia Giacomoni. Anche lo stesso Fontana, rispondendo alle polemiche sui disastrosi ritardi della campagna vaccinale della Lombardia, aveva invitato a smettere di fare paragoni come «se fosse una gara». Ma al netto delle reazioni avverse, il governo sembrerebbe confermare la strategia del confronto tra Regioni.
Rischiano di non ricevere nulla Lombardia e Calabria, 10 Regioni sotto l’80% di somministrazioni
Sulla base di quanto confermato finora, se il criterio principale della decisione fosse quello della percentuale di dosi iniettate a fronte di quelle ricevute, la Lombardia sarebbe una delle prime Regioni a non ricevere nulla. Al contrario, con il 53,4% di somministrazioni attuali, il territorio di Fontana riceverebbe una quantità ulteriore di vaccino che, considerate le oltre 80 mila dosi arretrate, avrebbe buona probabilità di rimanere nei magazzini per ancora diversi giorni. Insieme alla Lombardia, le due presenze fisse nella parte bassa della classifica nazionale sono quelle di Calabria (42,7%) e Provincia autonoma di Bolzano, ultima in assoluto con il 29,5% di somministrazioni e un arretrato attuale di quasi 9 mila dosi.
Seguirebbe la Basilicata (39,1%) e così in avanti con almeno 10 Regioni sotto l’80%. I furgoni con gli 83 vassoi di vaccino Moderna da consegnare potrebbero invece quasi sicuramente dirigersi verso Veneto (96,6%), Campania (97,6%), Umbria (102,3%) e Toscana (55,1%). La scelta delle Regioni virtuose sulle dosi Moderna in arrivo potrebbe essere anche quella di conservarne una parte per il secondo richiamo, proprio come annunciato dal Veneto. L’indicazione del governo al contrario inviterebbe però a utilizzare tutte le dosi in consegna, garantendo una puntualità sul programma di distribuzione anche per la seconda futura somministrazione.
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