Recovery Plan, più soldi per istruzione e ricerca. Ecco il piano degli investimenti
Tra i capitoli di investimento del Recovery Plan, consegnato al premier Giuseppe Conte dai ministri Roberto Gualtieri (Economia) e Vincenzo Amendola (Affari Europei) e approvato il 12 gennaio, ci sono anche 28,46 miliardi di euro previsti per l’istruzione e la ricerca. Non si tratta della voce di spesa più grande – per esempio sono previsti 68,9 miliardi per la transizione ecologica – ma rimane comunque una delle principali, tra l’altro cresciuta di circa 9 miliardi di euro rispetto alla prima bozza del documento, ovvero dagli iniziali 19 miliardi a 28,49 miliardi.
Gli investimenti: parità di genere e sostegno ai giovani
Ma come verranno spesi esattamente questi soldi? Dei 28,49 miliardi, 16,72 verranno spesi per il «potenziamento delle competenze e diritto allo studio» e 11,77 miliardi verranno destinati invece alla seconda componente, «dalla ricerca all’impresa». Gli obiettivi generali della missione «Istruzione e Ricerca», si legge nel PNNR, sono di colmare il deficit di competenze, rafforzare i sistemi di ricerca e la loro interazione con il mondo delle imprese e delle istituzioni e infine migliorare anche i percorsi scolastici e universitari degli studenti, agevolando per esempio le condizioni di accesso ad entrambe.
Tra gli impegni presi dal Governo ci sono anche una serie di azioni a sostegno della parità di genere, come il potenziamento dei servizi di asili nido e per la prima infanzia, delle scuole per l’infanzia e del tempo scuola (per un totale di circa 4 miliardi di euro). A sostegno delle nuove generazioni sono invece previste politiche di contrasto all’abbandono scolastico alla digitalizzazione della didattica passando per i «percorsi professionalizzanti al potenziamento della ricerca». Sempre per quanto riguarda la scuola, sono previsti interventi di «efficientamento energetico degli edifici scolastici» e «di ammodernamento e di cablatura» degli edifici per 1,1 miliardi di euro in nuovi investimenti.
Più borse di studio e alloggi per gli studenti
Tra gli obiettivi che riguardano la formazione dei giovani troviamo anche quello di aumentare la percentuale di popolazione di età tra i 25 e i 34 anni in possesso di un titolo di studio di livello terziario, attualmente fermo al 28% rispetto alla media europea del 44%. «A tal fine – si legge nel piano – si incrementerà l’investimento pubblico in istruzione terziaria […] l’ampliamento del numero delle borse di studio a favore degli studenti meritevoli e meno abbienti e del numero di alloggi per studenti». Stando al piano sono previsti 1 miliardo di euro in nuovi investimenti per gli alloggi, 900 milioni di euro per le borse di studio per un totale di 7,4 miliardi di euro destinati al potenziamento delle competenze e del diritto allo studio.
Università e ricerca
Per quanto riguarda l’università, invece sono previsti investimenti per favorire l’entrata di docenti stranieri e corsi di lingua e metodologici per docenti. Aumentano i finanziamenti per la formazione digitale d’eccellenza, per la «cultura dell’innovazione» e per l’«internazionalizzazione». Troviamo anche la costruzione di collaborazioni su base regionale tra le università e le associazioni di categoria mentre sono previsti investimenti per 5,91 miliardi di euro per rafforzare la ricerca e sviluppo delle iniziative IPCEI (Important Projects of Common European Interest). Di questi 1,61 miliardi verranno destinati a partenariati estesi a università, centri di ricerca e imprese, mentre 600 milioni serviranno a finanziare giovani ricercatori.
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