In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
ESTERICinaCoronavirusOMSPechinoSanità

Senza pace l’indagine sulla pandemia dell’Oms in Cina: positivi due ispettori, negato l’ingresso da Pechino

14 Gennaio 2021 - 09:39 Fabio Giuffrida
Gli altri 15 componenti del team, invece, hanno già raggiunto Wuhan, focolaio dell’epidemia che ha messo in ginocchio tutto il mondo. Dovranno restare due settimane in quarantena

Inizia male, anzi malissimo, l’indagine dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) che oggi ha inviato un team di esperti a Wuhan, in Cina, per far luce sull’origine del Covid-19. Lì dove tutto è cominciato. Due di loro, però, sarebbero risultati positivi al Coronavirus, dopo essersi sottoposti al test a Singapore, come scrive il Wall Street Journal, citando fonti vicine al dossier. A questo punto la Cina ha negato loro l’ingresso nel Paese.

Lo stop di Pechino

Gli altri 15 componenti del team dell’Oms, invece, hanno già raggiunto la città di Wuhan, focolaio dell’epidemia che poi ha messo in ginocchio tutto il mondo. La loro presenza, chiaramente, non è ben vista da un governo, quello cinese, che non ha mai lasciato spazio a narrazioni diverse da quelle ufficiali. L’accusa, che alcuni Paesi hanno mosso alla Cina, è quella di aver avuto un comportamento lacunoso nella gestione della crisi. Almeno all’inizio. Poi c’è chi, come il leader della Lega Matteo Salvini, sostiene – senza prove – che il virus sia nato da esperimenti in laboratori proprio a Wuhan. L’indagine dell’Oms servirà a fare chiarezza una volta per tutte.

Il team dell’Oms è in quarantena

Intanto il team dell’Organizzazione mondiale della Sanità, dopo lo sbarco a Wuhan, è stato sottoposto a un tampone e al test sierologico in vista di un periodo di quarantena prima di poter avviare le indagini sul campo con i colleghi cinesi. In queste due settimane gli esperti inizieranno a gettare le basi del lavoro da svolgere e lo faranno collegandosi in video con le controparti locali. Non c’è tempo da perdere.

Cosa sta succedendo in Cina

Un’indagine che, però, arriva in un momento delicato per la Cina, alle prese con focolai sparsi. Sono più di 28 milioni le persone, nel nord della Cina, in lockdown. La provincia di Heilongjiang è anche entrata in stato di emergenza mentre la situazione più critica resta quella nella provincia di Hebei. La Commissione sanitaria nazionale ha dichiarato che, nell’ultima giornata, sono state registrate 138 infezioni (124 casi a trasmissione domestica e 14 importati), il livello più alto da marzo, oltre a un decesso per la prima volta dopo 8 mesi.

Foto in copertina: EPA/ROMAN PILIPEY

Continua a leggere su Open

Leggi anche:

Articoli di ESTERI più letti