Cosa bisogna sapere su Signal: l’app che state scaricando perché non volete più usare WhatsApp
Prima che WhatsApp decidesse di cambiare la sua Informativa sulla Privacy generando una fuga di utenti verso altre piattaforme di messaggistica (Telegram in testa), l’app Signal aveva già lasciato una traccia di sé nelle cronache italiane. Sono i primi giorni del dicembre 2019. Le pagine dei giornali sono piene di titoli sul delitto di Luca Sacchi, il ragazzo ucciso da un colpo di pistola durante quello che poi è risultato essere uno scambio di droga. Nelle prime indiscrezioni fornite dagli inquirenti emerge che alcune delle persone coinvolte usavano un’app di messaggistica ancora poco diffusa in Italia: Signal.
Cosa è Signal
Signal nasce nel 2013. È un momento cruciale per la consapevolezza dell’opinione pubblica sulla condivisione dei propri dati in rete. In quello stesso anno Edward Snowden aveva diffuso con la collaborazione del The Guardian e del Washington Post decine migliaia di documenti che svelavano il programma di sorveglianza di massa messo in piedi dalla National Security Agency (Nsa) degli Stati Uniti. L’elenco dei dati che venivano raccolti sui cittadini scelti come bersaglio era quasi sterminato: dai metadati delle conversazioni telefoniche passando per transazioni elettroniche fino alle backdoor create nei principali protocolli di sicurezza. La Nsa era in grado di recuperare qualsiasi traccia digitale lasciata da chi voleva sorvegliare.
Sull’onda di questa nuova consapevolezza cominciaro a nascere decine di iniziative per garantire il diritto alla privacy sul web. Mentre Snowden svelava al mondo questa rete di controllo, il collettivo no profit Open Whisper Systems guidato dall’esperto di crittografia Moxie Marlinspike iniziava a lavorare a una nuova app di messaggistica che metteva al centro la privacy di chi la stava utilizzando. La prima versione ufficiale dell’app venne rilasciata nel 2014, l’anno in cui WhatsApp sarebbe stata comprata da Facebook per 19 miliardi di dollari. E tutto il codice sorgente, una sorta di Dna dei software, è tuttora consultabile sulla piattaforma GitHub.
Come funziona
Appena eseguito il download dell’app, disponibile sia per Android che per iOS, si accede a una piattaforma che ricorda molto quella delle altre chat già note. Con qualche differenza. Prima di tutto per accedere a Signal viene richiesto un ulteriore Pin di sblocco, così da impedire a terzi di accedere alle nostre chat. Ogni volta che si invia un messaggio si può scegliere se farlo attraverso l’app o attraverso i tradizionali (o forse ormai antiquati) Sms.
L’app è aperta alla possibilità di mandare foto e video ma anche di inviare messaggi temporanei. In ogni chat con un utente è possibile decidere di impostare un tempo limite per i messaggi che va dai 5 secondi a un settimana. Scaduto il timer i messaggi si cancellano automaticamente. Da novembre 2020 questa opzione è stata resa disponibile anche su WhatsApp.
Esattamente come avviene su Instagram e Facebook Messenger, è possibile inviare una reaction direttamente a un messaggio. Per intenderci la reaction è il cuore che appare ai piedi di un messaggio su cui facciamo doppio tap quando non abbiamo troppa voglia di rispondere. Se nelle chat dei social di Zuckerberg questa opzione permette solo di aggiungere un cuore su Instagram o le classiche reaction di Facebook su Messenger, su Signal potete sbizzarirvi con qualsiasi emoji. Poi, per carità. Vi capiamo se dite che rispondere a un messaggio con la reaction di uno scimpanzè non era essattamente in cima ai vostri sogni nel cassetto.
Perché scaricarla
Signal è un’app gratuita ed è gestita da un’associazione no profit che si occupa prima di tutto di protezione della privacy. Gli unici dati che la Open Whisper Systems dichiara di conservare nei suoi server sono quelli che indicano il momento in cui un utente ha deciso di creare il suo account e il suo ultimo accesso alla piattaforma. Le chat quindi sono protette anche nel caso in cui i suoi utenti dovessero finire sotto indagine. L’azienda non può consegnarle perchè nemmeno gli sviluppatori possono accedere. Se volete poi un ulteriore grado di sicurezza, per ogni conservazione potete recuperare un codice di sicurezza da confrontare con la persona con cui state parlando.
Negli ultimi giorni i download di Signal hanno registrato un’impennata senza precedenti nella storia dell’applicazione. E questo non è dovuto solo al cambio dell’Informativa della privacy di WhatsApp ma anche alla campagna di ban che dalle proteste di Capitol Hill ha investito Donald Trump e i suoi sostenitori. Dal 6 al 10 gennaio il numero totale di utenti di Signal è aumentato di 7,5 milioni, una crescita in termini percentuali del 4200% rispetto alla settimana precedete. Il picco è dovuto anche all’endorsment di qualche celebrity. Su questo 7 gennaio Elon Musk è stato decisamente chiaro su Twitter. Solo due parole: «Use Signal».
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