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Usa, l’ultima paura di Biden: l’impeachment di Trump rischia di rallentare la formazione del governo

14 Gennaio 2021 - 17:12 Riccardo Liberatore
Una volta ricevuta la “notifica” da parte della Camera dei rappresentanti, il Senato dovrà procedere immediatamente con il processo per la messa in stato di accusa del presidente

Ore dopo il voto sull’impeachment di Donald Trump nella Camera dei rappresentanti, passato con il contributo di 10 deputati repubblicani, Joe Biden ha denunciato il «violento attacco sul Campidoglio» e sui «dipendenti pubblici in quella cittadella della libertà». A questo ha aggiunto l’auspicio che la leadership del Senato saprà occuparsi dell’impeachment «mentre lavorano anche su altre questioni urgenti di questa nazione». Come la pandemia di Coronavirus – che secondo la previsioni dei Cdc, l’ente governativo che si occupa della salute pubblica nel Paese, potrebbe far registrare altre 92 mila morti nelle prossime tre settimane – e la conferma delle nomine di Biden che altrimenti rischia di trovarsi senza un governo.

Biden ha fretta di cominciare

Effettivamente il tempo stringe, visto che manca meno di una settimana al suo insediamento. Nei giorni scorsi Biden ha finalizzato le nomine per il suo Gabinetto – 24 persone in tutto, 13 uomini e 11 donne – definite più volte “storiche” (c’è per esempio la prima donna afroamericana alla Difesa e la prima nomina al gabinetto di una nativo americana). Prima di essere confermate dovranno passare al vaglio del Senato: dal 20 gennaio i democratici avranno nei fatti la maggioranza anche al Senato (tenendo conto anche del voto della vicepresidente Harris), ma l’incubo di Biden è non solo che i lavori possano procedere a rilento a causa del processo di impeachment a Trump, ma che possa provocare nuovi scontri e lacerazioni.

Biden invece vorrebbe inaugurare con il 20 gennaio un nuovo periodo di conciliazione, come ha ribadito lui stesso commentando l’esito del voto sull’impeachment, anche per procedere velocemente verso due iniziative chiave: l’espansione del piano vaccinale e i nuovi sussidi per le persone colpite del virus, che secondo i suoi nuovi piani dovrebbero beneficiare di assegni fino a $2 mila dollari a testa, anche visto che le richieste di sussidi alla disoccupazione negli Stati Uniti la scorsa settimana hanno superato le attese degli analisti salendo a 960 mila unità. Per farli passare senza ostruzionismi, Biden ha bisogno di almeno 10 voti repubblicani al Senato.

Anche per questo nei giorni in cui si faceva strada l’ipotesi di una messa in stato di accusa del presidente, Biden non ha sposato appieno la causa, limitandosi a dire che «sarebbe stato il Congresso a decidere». Come scrive il Wall Street Journal, per evitare di cadere nel vuoto a causa dei ritardi nella transizione, il presidente eletto ha intenzione di nominare immediatamente dopo il suo insediamento dei funzionari per dirigere temporaneamente i dipartimenti e le agenzie federali. Le nomine più urgenti riguardano soprattutto la sicurezza nazionale, come Alejandro Mayorkas a capo del dipartimento di Homeland Security, l’unica ad essere prevista per prima del suo insediamento, il 19 gennaio, insieme a quella di Janet Yellen al Dipartimento del Tesoro.

Il Congresso potrebbe rimandare tutto a dopo l’insediamento

Nel frattempo non si ferma la marcia per l’impeachment. Dopo il voto di ieri, una volta che la Camera dei rappresentanti notificherà ufficialmente il Senato, la Camera alta del Congresso sarà costretta a procedere immediatamente con il processo, che avrà priorità su ogni altra questione. Inoltre, secondo le regole del Senato, una volta iniziato, dovrà occuparsi esclusivamente di questo, mettendo in pausa anche la conferma delle nomine di Biden. Almeno in teoria: come scrive il New York Times, Biden ha fatto esplicitamente richiesta al leader dei repubblicani al Senato, Mitch McConnell, per fare uno strappo alle regole.

In alternativa, la Camera potrebbe aspettare fino a dopo la conferma delle nomine di Biden prima di “trasferire” l’articolo di impeachment al Senato. Dopotutto, il processo di impeachment può svolgersi anche in assenza del presidente, visto che, al di là della sua valenza simbolica, prevede non soltanto la rimozione del presidente dalla sua carica, ma anche il divieto di ricandidarsi a un incarico pubblico. Nel frattempo Trump, sempre più isolato, ha pubblicato un altro video tramite l’account di YouTube della Casa Bianca – visto che è stato sospeso anche da questa piattaforma – in cui, pur non facendo alcun riferimento esplicito all’impeachment, condanna l’assalto al campidoglio del 6 gennaio e invita tutti alla calma, per poi condannare nuovamente la pericolosa censura ai suoi danni.

Tensioni in vista dell’insediamento, Biden costretto a rinunciare al “suo” treno

Il clima in vista del giuramento del 20 gennaio è tutt’altro che sereno, tanto che Biden è stato costretto a rinunciare al viaggio in treno che lo avrebbe portato nella capitale dalla stazione ferroviaria di Wilmington, nel Delaware, che porta il suo nome. È da lì che durante i suoi 36 anni da senatore Biden prendeva tutti i giorni il treno per andare a D.C., un’abitudine che a suo stesso dire è stata fondamentale nella sua carriera grazie agli incontri fatti nei vagoni dell’Amtrak. Il giuramento dovrebbe avere comunque luogo al Campidoglio, attualmente blindatissimo, con tanto di soldati che dormono nei corridoi, in una città che sembra essere sotto occupazione militare. Il 20 gennaio sono attesi più di 20 mila soldati dell’esercito, oltre tre volte il numero totale di quelli attualmente in missione in Afghanistan, Iraq e Siria.

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