Vaccini, da lunedì Pfizer consegnerà il 29% di dosi in meno. Arcuri: «Pronti a tutelare la salute degli italiani in ogni sede»
«Le consegne del vaccino anti Covid Pfizer diminuiranno fino ad arrivare a un mese di ritardo». La notizia arriva da Berlino e a distanza di poche settimane dall’inizio della campagna vaccinale, rischia di mettere in forte crisi il piano vaccinale europeo. «La Commissione europea e così tutti gli Stati membri», si legge in una nota del ministero della Sanità tedesco, «sono stati informati che Pfizer non sarà in grado di soddisfare pienamente i quantitativi di consegna promessi per le prossime 3 o 4 settimane». Alla base dei ritardi comunicati ci sarebbero i lavori di ristrutturazione in corso presso l’impianto de Puurs in Belgio, che quindi rallenterebbero la produzione e consegna della formula anti Covid approvata.
Arcuri promette battaglia
Pfizer, fa sapere una nota del commissario per l’emergenza Coronavirus Domenico Arcuri, «ha comunicato unilateralmente che a partire da lunedì consegnerà al nostro Paese circa il 29% di fiale di vaccino in meno rispetto alla pianificazione che aveva condiviso con gli uffici del Commissario e, suo tramite, con le Regioni italiane. Non solo: ha unilateralmente deciso in quali centri di somministrazione del nostro Paese ridurrà le fiale inviate e in quale misura. Analoga comunicazione è pervenuta a tutti i Paesi della Ue. La Pfizer ha altresì annunciato che non può prevedere se queste minori forniture proseguiranno anche nelle prossime settimane, né tantomeno in che misura», si legge nella nota.
Arcuri ha quindi «inviato una formale risposta a Pfizer Italia, nella quale esprime il proprio disappunto, indica le possibili conseguenze di una riduzione delle forniture e chiede l’immediato ripristino delle quantità da distribuire nel nostro Paese. Riservandosi, in assenza di risposte, ogni eventuale azione conseguente in tutte le sedi». Oggi «in Italia abbiamo raggiunto il primo milione di somministrazioni, a dimostrazione che la campagna di vaccinazione è stata avviata a ritmi che non hanno pari in nessun altro Paese Ue», rivendica Arcuri.
«L’ipotesi di iniziare la somministrazione del vaccino agli “over 80”, di provvedere alla seconda dose per il personale sanitario e socio sanitario e per gli ospiti delle Rsa, senza la totalità delle dosi necessarie porta quindi un grave nocumento al suo proseguimento. E penalizzare l’Italia è assai più grave, considerando lo sforzo sinora profuso da tutte le Regioni per accelerare l’andamento delle somministrazioni». Il Commissario «ha quindi chiesto a Pfizer di rivedere i propri intenti e auspica di non essere costretto a dover tutelare in altro modo il diritto alla salute dei cittadini italiani».
Le smentite
A rassicurare sulla situazione della campagna vaccinale arrivata da Berlino e quindi sui rischi di rallentamento della campagna vaccinale era stata invece in giornata la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: «Non appena ho saputo della produzione di Pfizer ho chiamato l’amministratore delegato», ha detto, «che mi ha assicurato che tutte le dosi previste per l’Ue saranno consegnate nel primo trimestre». Sul fronte italiano, anche il professor Giovanni Rezza dell’Istituto Superiore di Sanità si è espresso confermando quanto detto dalla presidente di Commissione: «Non mi risulta per ora ufficialmente un ritardo di Pfizer e non mi sembra che ci siano problemi di approvvigionamento».
La reazione degli Stati membri: «Si rischia credibilità»
Subito dopo l’annuncio di Berlino non hanno tardato ad arrivare le reazioni da parte degli Stati membri. I ministri della Salute di Danimarca, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania e Svezia hanno scritto una lettera indirizzata alla Commissione europea per esprimere «grande preoccupazione» sulla notizia appresa, sottolineando come quelli di Pfizer siano «ritardi inaccettabili, che mettono a rischio la stessa credibilità del processo di vaccinazione».
I medici italiani: «Le dosi stanno finendo»
Dall’Italia è arrivato anche l’allarme dei medici di diverse Regioni riguardo alle dosi in via di esaurimento in molti ospedali. «Stiamo attualmente utilizzando la riserva del 30%», hanno fatto sapere, spiegando quindi come anche le dosi programmate per il richiamo stiano finendo. «Se sarà necessario», hanno continuato gli operatori sanitari, «sceglieremo per il richiamo anche le dosi di Moderna, compatibili con Pfizer».
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