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#IoApro tra poliziotti cacciati, balletti, brindisi e qualche tavolo pieno. Ma l’iniziativa anti Dpcm è stata un flop

16 Gennaio 2021 - 16:17 Fabio Giuffrida
IoApro
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Contestate le forze dell'ordine che entravano nei locali, ma le adesioni sono state poche in tutta Italia. Milano deserta: solo 18 i "ribelli" disposti a rischiare una multa (e la salute)

Irruzione della polizia, balletti, brindisi, tavoli pieni e tanta voglia di tornare a divertirsi e a mangiare insieme. Così è andata la prima sera di #IoApro, l’iniziativa di protesta dei ristoratori italiani che hanno sfidato il Dpcm anti-Covid e, violando la legge, hanno aperto anche a cena. Nelle chat Telegram in cui si è animata erano più i clienti che i ristoratori: migliaia le persone, in tutta Italia, pronte a rischiare una multa di 400 euro pur di dare una mano agli esercenti chiusi da mesi e ormai pieni di debiti. E, infatti, il risultato è stato che in pochi hanno aderito all’iniziativa: a Milano – che ieri si presentava deserta – solo 6 bar e 18 ristoranti (almeno stando alla lista ufficiale, ndr). Pochissimi per una grande città. Gli altri, in realtà, hanno preferito astenersi per diversi motivi: paura per la sospensione dell’attività o per le multe ai clienti, troppo poco tempo per organizzarsi bene e, più in generale, poca voglia di violare le leggi e rischiare la salute propria e dei clienti. Tirando le somme, il vicepresidente vicario di Fipe-Confcommercio, Aldo Cursano, ha parlato, senza mezzi termini, di «flop».

A Milano balletti, brindisi e tavoli pieni

Open, come abbiamo documentato, ha trascorso la serata nel locale “La Parrilla”, uno dei 18 locali di Milano che ci ha messo la faccia e che ha accolto almeno 90 persone. Ristorante strapieno con i tavoli tutti occupati, brindisi, cori e persino balletti. Un clima di festa che è stato interrotto, soltanto in parte, dall’arrivo della Polizia, in borghese. La Digos ha identificato i commensali e poi è andata via mentre la serata è proseguita in tutta tranquillità, come se nulla fosse successo. La proprietaria, Mary Marchese, ha anche spiegato a Open di non credere del tutto alle notizie sul Covid, ritenendo l’emergenza sanitaria «una buffonata».

Da «Fuori fuori» a «Libertà, libertà»

Sui social, intanto, da alcune ore circolano diversi video, registrati ieri sera in tutta Italia, in cui si mostrano clienti, tranquillamente seduti ai tavoli, nonostante l’irruzione della Polizia. In alcuni casi anche con vere e proprie proteste contro le forze dell’ordine. «Fuori, fuori, andatevene fuori», urlano i clienti di un pub a un gruppo di poliziotti entrati nel locale (non identificato).

Altri commensali – stavolta siamo in una pizzeria di Bologna – hanno gridato «Libertà, libertà». Poi sono stati identificati, nonostante qualche reticenza iniziale.

Da Pesaro, invece, Umberto Carriera – vero animatore di questa protesta – ha pubblicato, intorno alle 23.40, quando «il locale era già chiuso», un video in cui riprende alcuni agenti, in gran parte in borghese. Per lui è stata disposta la chiusura per 5 giorni del ristorante mentre i clienti sono stati tutti identificati fuori dal locale. Alla serata era presente anche Vittorio Sgarbi. Nonostante la chiusura, Carriera stasera riaprirà regolarmente il suo ristorante: «Malgrado il provvedimento di chiusura non ci fermiamo», ha detto.

FACEBOOK | Umberto Carriera e sullo sfondo, al tavolo, Vittorio Sgarbi

Foto in copertina: Elaborazione di Open | Video di Open

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