Crisi di governo, Renzi: «Conte non ha i numeri, non ce la fa senza di noi. In Senato ci asterremo, il Pd apra al dialogo con noi»
Sono giorni difficili e frenetici quelli che accompagnano l’esecutivo Conte II. Dopo lo strappo di Italia Viva, ufficializzato il 13 gennaio, il premier cerca voti in Senato per raggiungere la “quota 161” che salvi almeno provvisoriamente la tenuta del governo. E intanto, mentre trovare “costruttori” sembra essere più difficile del previsto, Renzi prova a rimescolare ancora le carte, rimettendo in gioco il suo partito (che secondo i sondaggi è sceso al 2,4%): «Siamo disponibili al dialogo», ha detto in un’intervista al Corriere della Sera. «Basta polemiche, parliamo di sanità, di giovani, di futuro. Torniamo alla politica».
Già ieri, 16 gennaio, aveva dichiarato a Il Messaggero che da parte sua non c’è «nessuna preclusione» a riprendere una collaborazione con l’esecutivo. D’altronde, dice oggi al Corriere, «il governo non ha i numeri senza di noi». «Italia Viva non ha rotto con il governo», ha «chiesto risposte», insiste. Peccato che dall’altra parte non la pensino allo stesso modo: il Partito democratico in primis ha ribadito più volte di aver definitivamente chiuso con i renziani (anche se non in toto), a partire dal suo segretario Nicola Zingaretti, che ha definito il partito «inaffidabile in ogni scenario».
Ma in politica non c’è tempo per i rancori, e Renzi lo sa. Convinto di aver guadagnato potere politico con la sua mossa – e supportato dal fatto che manchino all’appello ancora una decina di senatori, nonostante le telefonate di Mastella – mette il carico: «Se qualcuno nel Pd preferisce Mastella alla Bellanova o Di Battista a Rosato ce lo farà sapere – dice ancora al Corriere. – Il Pd sa che senza Italia Viva non ci sono i numeri. Forse non sarà più amore, ma almeno è matematica. Se Zingaretti insiste a dire no a Italia Viva, finisce col dare il Paese a Matteo Salvini. È questo ciò che vuole? Non ci sono donne e uomini del Pd che vorrebbero regalare il Quirinale ai sovranisti».
Come si comporteranno i senatori di Italia Viva al momento del voto per Conte? «Decideremo alla riunione di gruppo, ma credo che astenersi sia la scelta più saggia», dice, sottolineando che non crede al tradimento all’ultimo di qualcuno dei suoi. E se conte si dimettesse, cosa farebbe Iv? «Se Conte si dimetterà noi chiederemo alle consultazioni di fare presto, perché non possiamo perdere nemmeno un giorno. Di fare tutto, perché ci vuole un programma da qui al 2023. Di fare bene, perché serve qualità al governo».
Immagine di copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
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