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Che cosa dirà Conte per salvare il Governo, le anticipazioni: nessun processo a Renzi, l’appello per un fronte anti sovranista

18 Gennaio 2021 - 09:03 Maria Pia Mazza
Nessuno scontro diretto e personale, ma un appello alle sensibilità europeiste e liberiste, con un richiamo al sogno e alla creazione dell’Ue. La sfida si gioca al centro. L’obiettivo è quello di «salvare il Paese»

Non sarà un discorso sulla falsariga di quello del 20 agosto 2019, quando il premier Giuseppe Conte archiviò l’esperienza di governo gialloverde senza troppe remore, con un intervento chiaro, duro ed esplicito contro la crisi del Papeete aperta dall’ex vicepremier Matteo Salvini. Questa volta, alla conta dei numeri in Parlamento, non ci sarà nessun “regolamento di conti” ad personam contro l’altro Matteo: Renzi. I numeri non lo permettono, l’incertezza generale non lo consente. Certo, Conte forse più di qualche sassolino vorrebbe toglierselo contro il senatore di Rignano sull’Arno. Non accadrà oggi, né domani, e men che meno con i toni dell’agosto 2019. 

Forse un piccolo accenno implicito a Renzi ci sarà. Ma riguarderà la «responsabilità» di aver aperto una crisi in un momento simile e di aver «compromesso gli interessi del Paese». Un Paese, l’Italia, profondamente segnato da un contesto pandemico, dalla gestione dei flussi del Recovery Plan, dalla presidenza italiana del G20, la campagna vaccinale, lo scostamento di bilancio, la questione dei ristori, la predisposizione delle scelte strategiche per l’Italia del futuro. Far spazio ai temi che riguardano la collettività, non «a personalismi» di sorta.

Apertura ai renziani, ma non a Renzi né al fronte sovranista

E difatti questa volta Conte lascerà da parte lo scontro frontale personale, anche forse per non dar ulteriore risalto a chi, questa crisi l’ha, formalmente, aperta e si è più volte detto «certo» che senza il proprio gruppo il Governo non otterrà i numeri, e Conte cadrà. Ma se le porte saranno forse chiuse a Renzi, ciò non implica che saranno chiuse anche agli altri esponenti di Italia Viva. L’appello del premier non sarà certo rivolto alla destra sovranista. Anzi, con tutte le probabilità ci sarà proprio una chiamata per scongiurare la possibilità che queste forze possano imporsi, in Italia come in Europa. 

La chiamata per il «salvataggio del Paese»

Conte ammetterà di aver compiuto errori, che comunque non giustificano l’apertura di una crisi. Il fil rouge che connetterà l’intera disanima contiana, e che sarà rivolta a tutte le sensibilità «democratiche, europeiste e liberali» presenti in Parlamento (specialmente sul fronte centrista), sarà quello del «salvataggio del Paese». «Forse questo non sarà il migliore dei Governi possibili», ma quali orizzonti si aprirebbero per il futuro del Paese in un momento così delicato? E certo, gli occhi del mondo, ma soprattutto quelli dell’Europa, son puntati sull’Italia.

Il richiamo al sogno dei «costruttori» dell’Unione Europea

E da qui il richiamo al sogno europeo, nato proprio dai «costruttori» di un’Unione provenienti da diverse aree (geografiche e politiche), ma pur sempre uniti per l’interesse della Comunità. Il richiamo ai «costruttori» (o «responsabili», che dir si voglia) è ovviamente la conditio sine qua non per iniziare a ricostruire e progressivamente un esecutivo, nel tempo, più solido e meno “posticcio” (un’ipotesi profondamente sgradita al Quirinale), al fine di dare il via a una strada di riforme che via via dovrebbero tracciare la strada per il futuro dell’Italia anche dopo la pandemia di Coronavirus.

I numeri per la fiducia

Due i momenti cruciali per sciogliere la crisi. La prima chiamata ai «costruttori» è prevista per oggi, alle 12.00, alla Camera dei Deputati. Qui Conte dovrebbe riuscire ad ottenere la fiducia senza troppi problemi. Ma è pur vero che sarà abbastanza contenuta, oscillante tra quota 314 e 320, con una maggioranza a 315 voti. Ben diverso il discorso per il voto di fiducia previsto per domani al Senato. In quel contesto tutto sarà molto più risicato e incerto. Irrealistico, al momento, pensare di raggiungere i 161 voti che costituirebbero la maggioranza totale. Al momento ci sarebbero 153-154 voti, ma potrebbero forse raggiungere quota 158 nelle prossime ore. Ma i numeri oscillano di ora in ora, e tutto può ancora succedere.

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