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Liliana Segre in soccorso del governo: «Voterò la fiducia a Conte: pensavo di essere ingenua io, ma questa crisi è incomprensibile»

18 Gennaio 2021 - 10:33 Redazione
Per la senatrice a vita, 90 anni, il viaggio è sconsigliato dai medici. «Ma di fronte a questa situazione ho sentito un richiamo fortissimo», dice in un’intervista al Fatto

Il programma è chiaro e deciso: in partenza oggi, 18 gennaio, per Roma da Milano, dove solo ieri aveva partecipato a una raccolta di indumenti e cibo per i senzatetto. Per essere pronta domani, alle 9.30, in Senato: ovvero quando il premier Giuseppe Conte sarà a palazzo Madama per le comunicazioni sulla crisi politica in atto (dopo essere stato oggi a Montecitorio) e la fiducia, traballante, al governo. «Non partecipo ai lavori del Senato da molti mesi perché, alla mia età, sono un soggetto a rischio e i medici mi avevano caldamente consigliato di evitare», racconta oggi Liliana Segre, 90 anni, senatrice a vita e sopravvissuta all’Olocausto, a Gad Lerner in un’intervista al Fatto Quotidiano. I contagi di Coronavirus non si arrestano, e la senatrice non ha ancora fatto il vaccino. «Contavo di riprendere le mie trasferte a Roma solo una volta vaccinata, ma di fronte a questa situazione ho sentito un richiamo fortissimo, un misto di senso del dovere e di indignazione civile».

La crisi politica innescata da Matteo Renzi è per Segre «del tutto incomprensibile». «All’inizio pensavo di essere io che, con la mia profonda ingenuità di persona lontana dalle logiche partitiche, non riuscivo a penetrare il mistero». E invece no: è incomprensibile per i più, dice la senatrice. Non solo: solleva «indignazione civica». «Non riesco ad accettare che in un tempo così difficile, in cui milioni di italiani stanno facendo enormi sacrifici e guardano con angoscia al futuro, vi siano esponenti politici che non riescono a fare il piccolo sacrificio di mettere un freno a quello che Guicciardini chiamava il particulare», affonda la senatrice a vita. Il suo, come quello degli altri senatori a vita – Mario Monti, Elena Cattaneo, Renzo Piano, Carlo Rubbia, Giorgio Napolitano – al Senato, dove i numeri sono risicati e anzi sotto soglia, resta un voto importantissimo.

Scontato che il governo abbia fatto errori, l’Italia è stato il primo paese europeo a gestire un evento così epocale e drammatico come questa pandemia, ragiona Segre. «Però mi pare che si debba riconoscere che ha fatto nell’ultimo anno un lavoro gigantesco per reggere l’urto di un’emergenza spaventosa; ed ha ottenuto una svolta storica nelle politiche europee».

In copertina ANSA/Alessandro Di Meo | La senatrice a vita Liliana Segre nella sua ultima testimonianza pubblica alla Cittadella della pace di Rondine, Arezzo, 9 ottobre 2020.

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