In Tunisia esplode la rabbia dei giovani: centinaia di arresti, il governo schiera l’esercito – Il video
Sono almeno 600 i giovani arrestati in decine di città della Tunisia nel terzo giorno consecutivo di proteste contro il governo. Il numero è stato fornito dai ministeri dell’Interno e della Difesa, che hanno annunciato il dispiegamento dell’esercito a Siliana, Kasserine, Bizerte, Sousse e altre località per tentare di mantenere l’ordine pubblico, soprattutto di notte, quando è in vigore il coprifuoco. Gli arrestati hanno tra i 15 e i 25 anni e sono accusati di aver bruciato pneumatici e cassonetti per ostacolare le forze di polizia. Teatro degli scontri anche Cité Ettadhamen, Mnihla e al-Intilaka, sobborghi popolari della capitale Tunisi.
I manifestanti temono che il Paese sia sull’orlo della bancarotta e denunciano il pessimo stato in cui versano i servizi pubblici. Molti sono delusi perché, a dieci anni di distanza dalla rivoluzione che ha spodestato il presidente Ben Ali, i progressi sociali vengono giudicati insufficienti. Durante le manifestazioni, non sono state avanzate esplicite rivendicazioni politiche e il governo ha bollato il malcontento parlando di «rivolte» e «saccheggi».
Un terzo dei giovani è disoccupato
In Tunisia il Pil è diminuito del 9% nel 2020, i prezzi al consumo sono saliti alle stelle e un terzo dei giovani è disoccupato. Il settore chiave del turismo, già in ginocchio dopo gli attacchi terroristici avvenuti nel 2015, ha subìto un colpo devastante dalla pandemia. Le statistiche registrano più di 177 mila casi accertati di Coronavirus e 5.600 morti. La crisi sanitaria e quella economica che ne è scaturita stanno spingendo sempre più persone a intraprendere la strada dell’emigrazione.
Video: Twitter / @Ghaya_BM
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