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Crisi di governo, Renzi accusa Conte: «Torna a parlare di idee, non di poltrone. Ora o mai più»

19 Gennaio 2021 - 17:53 Felice Florio
Il leader di Italia Viva illustra le ragioni dello strappo e attacca (ancora) il premier, ricostruendo le tappe del conflitto: «Siamo stati fin troppo pazienti»

Forse il momento più atteso della resa dei conti a Palazzo Madama: l’intervento di Matteo Renzi, senatore e leader di Italia Viva che, con il ritiro delle ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti e del sottosegretario Ivan Scalfarotto questa crisi di governo l’ha innescata. «Questo luogo esige e merita rispetto – ha esordito Renzi -. E la sua valutazione rispetto al fatto che questa crisi è incomprensibile impone di prendere al volo l’opportunità di dirle, guardandola negli occhi, che cosa ha portato ciascuno di noi ad allontanarci dal governo. Noi pensiamo che il suo governo non sia il più bello del mondo, come lei ha detto».

Il discorso

«Pensiamo che per la drammaticità della pandemia, ci sia bisogno di un governo più forte. Noi non pensiamo che davanti alla tragedia che questo Paese sta vivendo possa passare la narrazione del “gli altri paesi ci copiano”», ha detto il leader di Italia Viva, prima di parlare delle tre crisi in atto che impongono un cambio di passo. «La prima crisi è economica. Siamo i peggiori al mondo per la crescita del Pil. C’è la crisi sanitaria, e l’Italia è il peggior Paese del mondo per il rapporto morti da Covid e popolazione. Terza crisi, quella educativa e scolastica: l’Italia è il Paese che ha lasciato i ragazzi a casa per più mesi. Io mi sarei aspettato un discorso con una visione per il Paese».

Il senatore ha rimarcato il fatto che Italia Viva non ha avanzato pretese di ruoli o incarichi nel governo. E ha aggiunto: «Lei ha avuto paura di salire al Quirinale il giorno dopo le dimissioni perché ha scelto una lotta istituzionale dannosa per le istituzioni. Lei dice che i cittadini non capiscono, e che non capisce nemmeno lei – le ragioni della crisi di governo, ndr. -. Sono mesi che stiamo chiedendo una svolta. L’abbiamo seguita sulla fiducia a Bonafede, invece io a luglio ho chiesto di discutere ad agosto solo del Recovery Plan, ma non siamo stati ascoltati. Nel mese di settembre, dopo le elezioni regionali, Italia Viva ha utilizzato queste parole: “Cambio di passo”. A novembre ci siamo incontrati a Palazzo Chigi e abbiamo chiesto di fare un tavolo per discutere dei problemi aperti. A dicembre le abbiamo inviato una lettera senza ricevere risposta. A gennaio vi abbiamo mandato 30 punti per il cambiamento, senza riscontro. Siamo stati fin troppo pazienti».

Renzi ha ribadito più volte la necessità di imprimere una svolta, soffermandosi sulla locuzione «ora a mai più». «C’è un nuovo presidente degli Stati Uniti d’America. Da domani si apre una pagina nuova con Joe Biden. Ora o mai più perché qualche giorno fa si sono fatti degli accordi impressionanti nel mondo arabo che hanno segnato una svolta per la Libia. Presidente ora o mai più perché Macron e Merkel hanno chiuso un accordo con la Cina. Ora o mai più perché è ora la sfida della Brexit. Ora o mai più perché è l’anno del G20 del Cop26. Ora o mai più perché adesso vanno rimandati a scuola i ragazzi». Il leader di Italia Viva segnala che il suo partito aveva proposto di destinare quasi 500 mila dosi del vaccino Pfizer per permettere ai professori di andare in aula in sicurezza e fare uno step decisivo per la riapertura delle scuole.

«Ora o mai più per l’economia. Abbiamo il 160% di debito, i ragazzi sono chiusi in casa e pagheranno questa crisi più di tutti gli altri. Ora o mai più per il Mes. Presidente la Germania investe il doppio di noi pro capite per la Sanità. Dire di no al Mes, a Giugno, c’è costato 540 milioni. Sto pensando al piano Amaldi, al piano ricerca da finanziare, agli investimenti per la medicina territoriale. O lo facciamo ora o non lo faremo mai più. Potete dire tutto, ma questi sono temi politici. Potete essere d’accordo o no, ma è di questo che abbiamo discusso fino ad oggi». Dopo un appunto sulla necessità di investire sul turismo, Renzi è entrato nel vico delle dinamiche della crisi di governo. «L’Italia sta perdendo un’occasione più grande del piano Marshall».

«Vedete – ha incalzato il governo -, i posti, le poltrone passano. Si perdono e si riprendono. Le opportunità mai più. Ecco perché dico adesso e le chiedo di fare un passo in più, un passo in avanti». Poi Renzi si è rivolto a Conte facendo riferimento alla sua parabola politica: «Lei arriva alla politica e il primo incarico è direttamente quello da Presidente del Consiglio. Tutta quella parte di politica che è la gavetta l’ha saltata. Lei immagina che la politica sia solo l’arte del governo. Ma non possiamo limitarci ad attribuire la poltrona a uno o all’altro per tenere in piedi la maggioranza». Il leader di Italia Viva fa riferimento alla ricerca dei senatori responsabili avvenuta dal 13 gennaio ad oggi. «L’ha detto anche a me, con grande gentilezza, se fossi interessato a incarichi internazionali. E io le ho risposto di “no”. Per un motivo molto semplice: in questo momento non è in ballo il destino personale di ognuno di noi, ma il destino del Paese».

Renzi ricorda che è dal 1990 che i ministri di un gruppo parlamentare non rassegnano le dimissioni. «Lei Presidente ha fatto l’opposto. Ha cambiato la terza maggioranza in tre anni pur di restare dov’è. Lei ha governato con Matteo Salvini e poi è diventato il punto di riferimento del progressismo. Poi è diventato europeista, e ne sono felice, e adesso si accinge alla terza maggioranza diversa. Però si risparmi la frase “l’agenda Biden è la mia agenda” dopo aver fatto sua l’agenda Trump». L’accusa rivolta a Conte è di avere un atteggiamento provinciale nei confronti dell’amministrazione statunitense. «Dopo che lei va all’assemblea nazionale delle Nazioni Unite a rivendicare il suo sovranismo con una tesi discutibile, non può venire a dire che vuole fare il leader anti-sovranista».

«Signor Presidente, lei non può cambiare idea per mantenere la poltrone. Abbia la forza di fare una cosa diversa. Lanci un messaggio forte al Paese, racconti che c’è uno spazio per tutti noi, maggioranza e opposizione. Non è uno spazio che può cancellare con la frase “lui ha il 2%”. Questa è l’idea che il consenso prevalga sulle idee. Quando poi scopri che quando chiedi una cosa sui servizi segreti ti dicono di no alla prima volta, alla seconda e alla terza e alla quarta ti dicono di sì. Non sono i sondaggi a governare il Paese». Poi, Renzi rivolge tre concetti a Conte. «Primo, lei ha scelto la strategia di arroccarsi, a fronte di una nostra richiesta di politica. Ha scelto di giocare la carta dell’irresponsabilità: chi è irresponsabile, chi le chiede di ragionare sul futuro del Paese o chi dice di no ai soldi per la sanità con la stessa forza di chi diceva no ai vaccini, no all’euro, no alla Tav».

Secondo punto: «Signor presidente del Consiglio, lei può venire in parlamento e trovare la maggioranza. Vediamo se arriverà a 161. Se volete una chiacchiera astratta sui grandi temi, fatela. Se volete dare una risposta agli italiani, fate presto: volete andare avanti con una maggioranza raccogliticcia a discutere del futuro del Paese. Vi auguro che sia una maggioranza, perché raccogliticcia lo è di sicuro. Ma fate presto». Terzo punto: «Quando questa estate i ragazzi di Italia Viva avranno un messaggio da Bellanova, Bonetti e Scalfarotto. E cioè che quando si fa politica si può anche rinunciare a una poltrona, ma non si può rinunciare a un’idea. Mi auguro che nei prossimi giorni lei metta al centro le idee e non lo scambio di poltrone perché il Paese, in questo momento, non si merita un mercato indecoroso».

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