Egitto, il calvario di Zaki continua: altri 15 giorni di reclusione
Altri 15 giorni di reclusione per Patrick Zaki. Lo studente egiziano, arrestato lo scorso 7 febbraio con l’accusa di «aver tentato di rovesciare il regime al potere», resta in cella. Si era tenuta il 17 gennaio l’ultima udienza – in presenza anche di alcuni diplomatici europei, tra cui un funzionario dell’ambasciata italiana – per capire se Zaki sarebbe finalmente potuto uscire dal carcere di Tora nella periferia del Cairo dove si trova ormai da quasi un anno. Ma anche questa volta l’esito dell’udienza è negativo.
L’unica differenza rispetto alle precedenti decisioni su Zaki è che la sua detenzione questa volta è stata prolungata per 15 giorni e non 45. Ma, stando a quanto ha riferito l’avvocato di Zaki, Hoda Nasrallah, non si tratta necessariamente di un segnale positivo. La custodia cautelare in Egitto può durare fino a due anni e, secondo Amnesty, Zaki rischia fino a 25 anni di carcere.
L’attesa dopo l’udienza
Come ha ricordato su Twitter il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury, la decisione di rinnovare la detenzione di Zaki, inizialmente attesa per lunedì, è arrivata dopo 48 ore dall’udienza del 17. Ieri infatti gli i suoi legali hanno aspettato oltre dieci ore in tribunale, dove si sono ripresentati oggi a mezzogiorno circa. La decisione infine è arrivata poco dopo le 15, orario egiziano.
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