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È morto Emanuele Macaluso, storico dirigente comunista. Aveva 96 anni

19 Gennaio 2021 - 09:30 Redazione
Tra il 1982 e il 1986 aveva diretto il quotidiano “L’Unità”

Parlamentare per sette legislature, membro della direzione del Partito comunista italiano (Pci), direttore de L’Unità e ultimo direttore del Riformista. Emanuele Macaluso è morto oggi, 19 gennaio, a 96 anni. Era nato a Caltanissetta il 21 marzo del 1924, quando il Pci era nato da una manciata di anni. All’interno del partito faceva parte della corrente riformista, anche se lui preferiva chiamarla migliorata. Nel 1960 entrò nella direzione del partito, due anni prima del suo compagno di corrente e futuro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Macaluso è stato anche dirigente sindacale della Cgil. La sua storia come giornalista comincia invece nel 1942, mentre ancora era in corso la Seconda Guerra Mondiale. Racconta il giornalista Concetto Vecchio su la Repubblica che il suo primo articolo è stato pubblicato su L’Unità, allora clandestina. Riguardava le condizioni degli zolfatari. Dal 1982 al 1986 fu direttore e L’Unità mentre dal 2011 al 2012, anno della sua chiusura, guidò Il Riformista. Vivea a Roma, quartiere Testaccio. Scrittore prolifico, la sua lista di opere comprende 21 titoli, da I comunisti e la Sicilia nel 1970 a Comunisti a modo nostro. Storia di un partito lungo un secolo pubblicato nel 2021 con Claudio Petruccioli.

Il ricordo di Conte: «Un protagonista della politica italiana»

A Macaluso l’aula del Senato ha dedicato un minuto di silenzio e un lungo applauso. Il premier Giuseppe Conte lo ha citato durante il discorso in Senato che anticipa il voto di fiducia al Governo: «Mi associo, a nome del governo, a questo ricordo del senatore Macaluso. Io credo che anche chi non ha condiviso le idee politiche possa condividere che è stato un grande protagonista della vita politica e culturale italiana». Sono in molti gli uomini e le donne che gli hanno dedicato un ricordo sui social. Fra questi anche il vice segretario del Pd Andrea Orlando: «Ciao Emanuele, ciao compagno, ciao maestro. Sei stato quello che dovrebbe essere sempre la sinistra, popolo e pensiero, indignazione e speranza, riscatto e realismo».

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