«Ecco il palazzo segreto di Putin pagato a suon di tangenti»: l’inchiesta di Navalny pubblicata il giorno dopo l’arresto
Una tenuta grande «quanto 39 principati di Monaco» di cui il proprietario sarebbe nientemeno di Vladimir Putin. Sono passate meno di 24 ore dall’arresto di Alexei Navalny ma la fondazione da lui presieduta ha già sferrato il primo colpo contro il capo del Cremlino. L’inchiesta, pubblicata sul sito palace.navalny.com è un atto di accusa contro la cleptocrazia di Mosca e, secondo la fondazione, del suo Tsar con tanto di foto degli interni e mappa dei diversi piani dell’edificio principale.
Oltre 7 mila ettari di parco
Secondo la fondazione anti-corruzione Fbk, la “dacia” di Putin sarebbe costata 100 miliardi di rubli (pari a circa 1,3 miliardi di dollari), che l’accusa definisce frutto di tangenti ricevute nel corso degli anni dal presidente della Federazione russa, attualmente al quarto mandato, Vladimir Vladimirovi? Putin, da uomini e donne che oggi occupano posti importanti nell’apparato statale. Situata sul mar Nero di Gelendzhik, la tenuta – si parla di 7.500 ettari di parco – è dotata di eliporto, un campo da hockey sotterraneo, una serra, un anfiteatro, una sala giochi e persino un tunnel che porta direttamente al mare.
A fornire un indizio importante che la tenuta sia riconducibile al presidente della Federazione russa sono le misure di sicurezza. Oltre ad essere sorvegliata da uomini dell’Fsb, la struttura sarebbe anche protetta da una no-fly zone e dal divieto per le imbarcazioni di avvicinarsi alla costa. Uno «Stato separato dentro la Russia», sintetizzano gli autori dell’inchiesta, che su YouTube ha già raccolto quasi mezzo milione di visualizzazioni.
La testimonianza dell’imprenditore amico di Putin
Nel 2012 la Bbc aveva raccolto la testimonianza di Sergei Kolesnikov, tra le persone che si sarebbero occupate della costruzione della tenuta di Putin, il quale aveva rivelato che una parte dei soldi utilizzati per costruire il palazzo sarebbero arrivati dai risparmi ottenuti dall’importazione a prezzi scontati di materiale sanitario dall’estero da parte di una serie di privati, tra cui il patron del club di calcio Chelsea, Roman Abramovich.
Foto di copertina: Twitter
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