Il business della violenza. Il canale Telegram Risse_Italiane e la monetizzazione dei video di pestaggi
È da qui che vengono le immagini della rissa al Pincio, quelle della rissa a Gallarate ripresa dai balconi e quelle del pestaggio contro un minore in un deposito di mattonelle. Nelle ultime settimane il logo di Risse_Italiane è circolato spesso, sia tra le chat di WhatsApp che nelle pagine dedicate ai video dei giornali online. Con oltre 36 mila iscritti e decine di video in archivio, questo gruppo Telegram è diventato uno dei più seguiti. È un canale broadcast. C’è un admin che invia materiale e gli utenti iscritti possono solo commentare i contenuti che vengono postati.
I filmati sono tutti di pestaggi. Uomini, donne, ragazzini, italiani e stranieri. Alcuni si chiudono con insulti e schiaffi, altri con sangue che esce dalla bocca, calci e costole rotte. A dispetto del nome, non tutti sono girati in Italia. Alcune immagini circolavano già in rete. Puntualmente però quando comincia a circolare la notizia di qualche rissa in Italia, prima o dopo anche qui cominciano a comparire video. E visto che i numeri continuano a crescere, ora gli admin hanno deciso di passare all’incasso.
Le tariffe per pubblicare contenuti
Pacchetto Mattina. Pacchetto Pomeriggio. Pacchetto 24h. Le tariffe variano in base al tempo di permanenza. La prima offerta garantisce un tempo di visibilità che va dalle 9 alle 12, la seconda dalle 15 alle 18 e l’ultima dalle 9 alle 9 del giorno dopo. Per Pacchetto Mattina e Pacchetto Pomeriggio sono garantite 6.500 view, mentre per il Pacchetto 24h le view salgono a 18.500. Prezzi modesti: 63 euro per la mattina, 68 euro per il pomeriggio e 98 euro per tutto il giorno.
Tutto il passaggio avviene in anonimato. Se si è interessati si viene rimandati a un bot, un canale programmato per eseguire alcune funzioni in automatico. L’offerta non riguarda soltanto il canale Risse_Italiane ma permette di accedere a un network di canali che trattano gli stessi temi, anche se dalla portata più ridotta. C’è incidenti_h24, che tratta appunto di incidenti stradali, e Welcome_to_Favelas. Qui parliamo di un brand ben noto a chi segue le dinamiche del web ma non possiamo sapere se chi ha creato questo canale abbia solo sfruttato il nome o sia coinvolto anche nelle sue manifestazioni precedenti.
La scelta di Telegram: nessuna censura (o quasi)
Il 12 gennaio Pavel Durov, uno dei due fondatori della piattaforma, ha pubblicato un messaggio trionfante: «Telegram ha superato i 500 milioni di utenti attivi. Le persone non vogliono più scambiare la loro privacy con servizi gratuiti». L’aumento degli utenti per la piattaforma di messaggistica è arrivato dopo due eventi. Il primo è la decisione dei social network statunitensi di limitare account di Donald Trump, che ha portato a una proliferazione dei gruppi dedicati all’alt-right e alle teorie complottiste. Il secondo è l’annuncio del nuovo regolamento sulla privacy di WhatsApp.
Telegram garantisce che venga rispettata la privacy di ogni utente in tutte le conversazioni private. Questo quindi vale anche per i gruppi privati, a cui si può accedere solo tramite invito. Ma non per quelli pubblici. Sempre Pavel Durov il 18 gennaio ha annunciato che dalla piattaforma sono state eliminate centinaia di conversazioni che inneggiavano a nuovi attacchi dopo le violenze di Capitol Hill.
«I nostri moderatori – scrive Durov – la scorsa settimana hanno bloccato e chiuso centinaia di inviti pubblici alla violenza che altrimenti avrebbero potuto raggiungere decine di migliaia di iscritti».
L’antico richiamo del gore
Rotten.com per anni è stato il sito proibito per eccellenza. Un portale in cui si poteva trovare qualsiasi tipo di immagini: autopsie, esecuzioni, pestaggi e anche foto e video di scene erotiche oltre ogni schema. Tutti elementi che fanno parte dell’estetica gore, una categoria di immagini che mischia il gusto dei proibito con la voglia di vedere fino a che limite può spingersi il nostro senso del disgusto. Risse_Italiane e i canali collegati non si spingono oltre pestaggi e incidenti, ma basta entrare nei gruppi privati che ogni tanto vengono linkati per finire nel vortice di questi contenuti. Un sottobosco vecchio quanto è vecchio il web. La prima versione di Rotten.com è andata online alle fine del 1996, quasi un anno prima che Larry Page e Sergey Brin registrassero il dominio google.com.
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