Stretta in Europa sui viaggi nelle zone «rosso scuro», anche in Europa verso i colori per Paesi
Confini aperti, ma spostamenti limitati, in Italia così come tra i Paesi membri dell’Unione Europea. È quanto deciso ieri durante la riunione convocata dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, per discutere con i 27 Capi di Stato e di Governo le strategie per contenere la diffusione del Coronavirus a livello europeo. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha sottolineato come la situazione sia ancora molto seria e i dati siano «preoccupanti» (nella sola Europa si contano oltre 435.000 vittime Covid), anche al netto delle varianti Covid in circolazione. I leader europei hanno convenuto, non senza alcune perplessità iniziali, sulla decisione di mantenere le frontiere aperte, e al contempo di scoraggiare tutti i viaggi non essenziali, il monitoraggio e il sequenziamento genomico dei test per monitorare i ceppi e di velocizzare le vaccinazioni, con la promessa di «usare tutti i mezzi a disposizione per evitare ritardi».
L’istituzione della zona rosso scuro trasfrontaliera
I 27 Paesi membri, su spinta della cancelliera tedesca Angela Merkel e del presidente francese Macron, hanno deciso di introdurre le zone rosso scuro transfrontaliere da applicarsi ai confini degli Stati e delle regioni con alti tassi di contagio. In questi casi, ai viaggiatori tra queste aree potrebbe essere richiesta l’esecuzione di un test prima della partenza e l’osservanza, una volta arrivati a destinazione, di un periodo di quarantena.
Presto per il passaporto sanitario
Nella limitazione degli spostamenti tra Stati, permessi solo per comprovate esigenze lavorative e per la circolazione delle merci, si è esclusa, per il momento, l’ipotesi di creare dei passaporti vaccinali per saltare, eventualmente, i controlli transfrontalieri. Al momento, anche dato il forte rallentamento che hanno subito le vaccinazioni in tutta Europa a causa dei ritardi nelle forniture di vaccini da parte di Pfizer-BioNTech, si propenderebbe verso certificati vaccinali unicamente per finalità mediche che, nell’estate, potrebbero trasformarsi in documenti richiesti per viaggiare tra i diversi Stati.
I ritardi sui vaccini mentre le varianti fanno correre il virus
A destare molte preoccupazioni sono le varianti. Il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc) ha infatti indicato che, a causa delle mutazioni, è atteso «un aumento delle infezioni che può portare a un numero crescente di ricoveri e morti in tutti i gruppi di età, in particolare tra i più anziani». A ciò si aggiungono i timori che le varianti Covid, sia quelle esistenti sia quelle che potrebbero ulteriormente svilupparsi, possano inficiare l’efficacia dei vaccini attualmente disponibili. Ed è proprio per questo che l’Europa intende usare ogni mezzo possibile per accelerare sulle vaccinazioni. Ogni Stato membro, entro la fine dell’estate, dovrebbe riuscire a vaccinare almeno 70% della popolazione. Nel mentre tutti gli Stati sono stati invitati ad aumentare «con urgenza» il sequenziamento del genoma dei test risultati positivi al SARS-CoV-2, al fine di individuare le varianti.
Foto in copertina: ANSA/OLIVIER HOSLET / POOL
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