Coronavirus, l’indice Rt scende sotto l’1: è il primo calo dopo cinque settimane. Caos Lombardia sul cambio da rossa ad arancione
L’indice di trasmissibilità del Coronavirus, l’Rt, è sceso sotto la soglia di rischio di 1. Il dato è contenuto nel monitoraggio sulle Regioni, che sarà analizzato nella conferenza stampa (prevista inizialmente alle 17 di oggi, 22 gennaio, e slittata a domani mattina) sull’andamento del contagio in Italia. L’indice Rt scende sotto la soglia di allerta dopo cinque settimane in cui invece era aumentato. L’ultimo dato, quello di una settimana fa, lo vedeva assestarsi a 1,09, mentre oggi per questa settimana è di 0,97.
Il caso Lombardia
Secondo le anticipazioni, Toscana e Provincia di Trento avrebbero dati da zona gialla, mentre per Lombardia, Sicilia e Provincia di Bolzano, finite in zona rossa la scorsa settimana, le restrizioni più dure dovrebbero essere confermate anche con l’aggiornamento di queste ore. Proprio sulla Lombardia non si placano le polemiche. Secondo il governatore lombardo Attilio Fontana la sua regione «deve essere collocata in zona arancione. Lo evidenziano i dati all’esame della Cabina di regia, ancora riunita», tuona in queste ore su Facebook. «Abbiamo sempre fornito informazioni corrette. A Roma devono smetterla di calunniare la Lombardia per coprire le proprie mancanze».
«I tecnici dell’Istituto Superiore di Sanità e della Direzione Generale del Welfare hanno in corso una interlocuzione e, nelle prossime ore, valuteranno una serie di dati aggiuntivi da parte della direzione Welfare lombarda per ampliare e rafforzare i dati standard già trasmessi nella settimana precedente, ai fini di una rivalutazione in vista della Cabina di regia di venerdì 22 gennaio», si legge in una nota di ieri della Regione, nell’attesa che il Tar del Lazio si pronunci lunedì prossimo sul ricorso inviato dalla Lombardia contro l’ordinanza che le assegna l’area con più limitazioni. Una nota a cui oggi rimanda il ministero stesso. E un caos, con versioni contrastanti tra Regione e ministero, che probabilmente si sta tentando di risolvere in queste ore e prima della pronuncia del Tar di lunedì.
Ma la conferma della zona rossa – secondo quanto emerge da due diverse fonti qualificate citate dall’Ansa – verrebbe dai dati che i tecnici della regione hanno inviato la scorsa settimana alla Cabina di Regia. Dati che nelle ultime ore la regione avrebbe rettificato. E i numeri della scorsa settimana, analizzati dall’Istituto superiore di Sanità, sono stati validati dalla stessa Regione. Il ministro della Salute Roberto Speranza aveva chiesto un nuovo parere della «cabina di regia» in seguito all’annuncio di ricorso della scorsa settimana di palazzo Lombardia contro la zona rossa. A fronte di un errore il ministero potrebbe chiedere la revisione e firmare una nuova ordinanza per la zona arancione. Eventuali ordinanze, dicono dal ministero, potrebbero essere in arrivo entro stasera.
Le regioni
Le regioni e province che hanno questa settimana una classificazione di rischio alto sono 4 (Pa/Bolzano, Sardegna, Sicilia e Umbria): la settimana scorsa erano 11. La classificazione del rischio è calcolata mettendo insieme parametri quali la stima dell’Rt puntuale, il numero di nuovi casi registrati nella settimana presa in esame, l’incidenza per 100 mila abitanti, il trend settimanale con i focolai, esistenza di zone rosse, valutazione della probabilità e di impatto, allerte sulla resilienza dei servizi sanitari territoriali.
Ci sono 11 aree a rischio moderato /Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Pa/Trento, Puglia, Valle d’Aosta e Veneto): 5 di loro sono a elevato alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane, ovvero Lazio, Marche, Molise, PA/Trento e Valle d’Aosta. E infine 6 regioni registrano un rischio basso: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Liguria e Toscana. Sicilia e Puglia sono compatibili con uno scenario di tipo 2, con un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore.
La bozza
Secondo quanto si legge nella bozza di monitoraggio Istituto
superiore di sanità-ministero della salute, quello che emerge questa settimana è una «diminuzione del rischio di una epidemia non controllata e non gestibile nel Paese dovuta principalmente ad una diminuzione della probabilità di trasmissione di SARS-CoV-2 ma in un contesto in cui l’impatto sui servizi assistenziali rimane alto nella maggior parte delle Regioni/PPAA». Certo, bisogna per l’Iss non abbassare la guardia, mantenendo le misure di mitigazione a ogni livello, nazionale e regionale, perché resta possibile che nelle prossime settimane i casi aumentino. Già perché le differenze tra le varie del paese, anche importanti, restano, con regioni che presentano ancora un numero assoluto di ricoverati in area critica, insieme a un’alta incidenza dell’epidemia.
Le terapie intensive
In 12 Regioni/PPAA il tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche si assesta questa settimana al di sopra della soglia critica: un quadro invariato rispetto a sette giorni fa. Diminuito al di sotto della soglia critica del 30% è invece il tasso nazionale di occupazione in terapia intensiva.
In copertina ANSA/Mourad Balti Touati | Una dottoressa esegue il tampone rileva Covid su una ragazza all’Ospedale San Paolo a Milano, 1 settembre 2020.
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